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Marcia delle donne contro Trump: si rafforza il movimento femminista internazionale

marcia delle donne
L’immagine ufficiale della Women’s march on Washington

Si chiama “Women’s march on Washington“, marcia delle donne su Washington, la manifestazione organizzata dalle donne statunitensi che si terrà nella capitale degli Usa il prossimo 21 gennaio, giorno di insediamento del neo-eletto presidente Donald Trump.

La protesta, che si preannuncia come una delle più grandi manifestazioni femministe degli ultimi anni negli Stati Uniti, ha una piattaforma molto chiara: rivendicare i diritti non solo delle donne, ma di tutti, a partire dall’azione delle donne stesse.

In particolare il manifesto rivendica la difesa di tutti quei gruppi oppressi che sono stati più volte demonizzati durante la campagna di Trump: donne, persone Lgbti, vittime di violenza sessuale e molestie, persone di religione musulmana o non cristiana, disabili, persone di cololore e ispaniche, nativi americani.

È chiaro che si tratta dunque non solo di una manifestazione che rivendica i valori di equità e giustizia sociale del femminismo, ma che adotta e promuove la prospettiva del femminismo intersezionale.

La piattaforma pone inoltre l’accento sulla potenza della narrazione politica e della retorica: anche se il nuovo governo non si è ancora insediato, la narrazione che Trump ha costruito attorno a sé e sulla quale ha basato gran parte della propria campagna elettorale, costituisce già da sola un pericolo sufficiente per i diritti delle donne e delle minoranze da chiamare all’azione.

Perché le parole, in politica come nella vita, possono essere violente tanto quanto le azioni.
E proprio a una politica violenta, aggressiva e machista la marcia delle donne vuole rispondere attraverso il suo contrario, appellandosi cioè alla pratica della non-violenza, come definita e praticata da Martin Luther King e dal movimento per i diritti civili.

La manifestazione conta già molte adesione anche di molte celebrità, che senz’altro contribuiranno a dare maggiore visibilità all’evento.

Intanto in molte città non solo degli Stati Uniti, ma di tutto il mondo, compresa Roma, sono state organizzate delle marce “sorelle”, per far sentire che la voce delle donne è unita in tutto il mondo.

La riuscita della Women’s march on Washington sarà molto importante non solo per mandare un messaggio forte al nuovo presidente degli Usa, ma anche per rinforzare quel processo di costituzione di un movimento femminista internazionale che partendo dall’America Latina si sta diffondendo in tutto il mondo ed è arrivato anche in Italia lo scorso Novembre con Non una di meno. Tanto più che è di queste ultime ore la notizia che, proprio come succederà in Italia l’8 marzo e come è successo in varie altre nazioni, la Women’s march on Washington sarà probabilmente affiancata anche da uno sciopero di genere.