Chi è
Victoria Woodhull, nata a Homer (in Ohio) il 23 Settembre 1838 e morta nel Regno Unito nel 1927, fu attivista dei diritti femminili e prima candidata alle elezioni presidenziali statunitensi.
Cosa ha fatto
Nacque in una cittadina dell’Ohio, quinta di sette figli, e i suoi genitori possedevano un mulino. Dopo un matrimonio finito nel 1865, Victoria sposò in seconde nozze James Harvey Blood, che appoggiava pienamente l’attivismo di sua moglie nel campo delle riforme sociali e nella sua lotta a favore del suffragio universale.
Vissero a New York, dove intrattenevano relazioni con personaggi influenti della vita politica ed economica. Insieme con la sorella Tennie, dal 1870 Victoria finanziò la pubblicazione di un settimanale, Woodhull and Claflin Weekly, che trattava temi sull’emancipazione femminile: il diritto all’eguaglianza con gli uomini, il diritto di voto, il diritto al lavoro delle donne, l’educazione sessuale e l’amore libero.
Le sue idee progressiste le causarono difficoltà e discriminazione, ma nel 1872 venne scelta dall’Equal Rights Party come candidata alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Il diritto di voto alle donne, però, venne concesso soltanto anni dopo, nel 1920, e in quell’occasione Victoria non ottenne alcun voto. Si ripresentò alla corsa per le presidenziali altre due volte, sempre senza successo. Si trasferì in Inghilterra dove visse i suoi ultimi anni, ritirata nella sua vita privata.
Perché è “pasionaria”
Nel 1869 aveva fondato con sua sorella Tennie una società femminile di broker, a Wall street. Fu un’azione che creò sgomento, in quanto non era comune la presenza delle donne nell’ambiente finanziario. Questo significò prendere una posizione chiara e diretta sulla legittimità delle donne di poter controllare le proprie finanze (tema di cui in quegli anni parlava anche Virginia Woolf), e l’esercizio del potere economico su se stesse creò una frattura nella società che voleva le donne sempre e comunque dipendenti dagli uomini.
Cinque giorni prima delle elezioni presidenziali alle quali era candidata, venne arrestata e subì sei mesi di carcere: sul suo settimanale aveva denunciato il comportamento adultero di un reverendo che intratteneva una relazione con la moglie di un editore di New York. Tale prelato aveva espresso in precedenza una ipocrita condanna contro le posizioni di Victoria a favore della contraccezione e del divorzio.
La Woodhull è “pasionaria” anche per un altro importante motivo: si avvalse della collaborazione di un afroamericano, Frederick Douglass, abolizionista e primo ex schiavo che, dopo la scelta di Victoria, correva per la Casa Bianca come vicepresidente.