Immagina, amica etero, di avere più o meno trent’anni e di essere felice.
D’accordo, forse non fai ancora esattamente il lavoro dei tuoi sogni. Ma il tuo budget per la pausa pranzo ormai ti permette di non cibarti esclusivamente di pizza fredda e kebab. Ogni tanto, puoi addirittura offrire una birra agli amici! Sì, perché hai degli amici e delle amiche. Pochi, forse, ma buoni: se sono sopravvissuti ai tuoi vent’anni non scappano più.
E poi magari hai anche un gatto o un cane, in quel piccolo bilocale in affitto che finalmente somiglia un po’ a te, dopo anni persi a cercare di stipare il tuo guardaroba in un armadio a due ante condiviso con la coinquilina di turno. Il frigo vuoto e le minigonne di jeans, grazie al cielo, sono solo un lontano ricordo e tu sei pronta ad avanzare fiera e determinata come solo una spavalda trentenne può.
Eppure non basta.
Pazienza se hai la pancia in dentro, il petto in fuori e una valigia piena di progetti. Nel momento in cui supererai l’invisibile traguardo degli “enta” quello che molte persone noteranno è una cosa sola: se avrai un uomo accanto.
Non importa come sia arrivato lì. Non importa che sia un fidanzato, un ex, una fiamma di passaggio o un marito. Se sei eterosessuale, nella tua vita deve esserci del testosterone che ti tenga occupata.
E se sei così sfacciata da farne a meno, non pensare di cavartela: te la faranno pagare.
Chi ti ha autorizzato a essere single e felice in età da marito? Chi ti credi di essere per bastare a te stessa?
Tieniti forte, giovane zitella, perché presto o tardi una tempesta di domande ti travolgerà. E’ solo questione di tempo.
“Davvero non stai uscendo con nessuno?”.
Inutile cercare di cambiare argomento. Non importerà se ti stai allenando per il cammino di Santiago o se stai pensando di fare volontariato in Congo. Insisteranno. Con quel sorrisino stampato in faccia.
“Dimmi la verità, hai un amante segreto?”.
Arriveranno persino a giocare la carta dell’ex fidanzato.
“Ma non l’hai più chiamato? Vi siete sentiti?”.
E mentre, travolta da cotanta invadenza, proverai a farfugliare una risposta di senso compiuto – che esprima la tua emancipazione dalle convenzioni sociali ma con ironia, che se ti incazzi ti danno pure della femminista – c’è chi si spingerà oltre:
“Dai, non ci credo. Non hai neanche uno scopamico?”.
A quel punto lo sconforto ti ammutolirà. Perché potrà capitare che a farsi questi problemi non siano una zia apprensiva o una conoscente annoiata, no. Saranno le più insospettabili.
La collega che ti appoggiava quando provavi senza successo a rispondere a tono alle battute sessiste. O l’amica con cui avevi giurato che un giorno avreste ballato insieme sulla tomba del patriarcato.
Peccato che ora l’essere fidanzata da anni, l’aver deciso di andare a convivere o di riprodursi, la faccia sentire in diritto di scrutarti come un corpo alieno. Domandarti, con uno sguardo preoccupato:
“Non sei stanca di essere sola?”.
Stai in guardia, trentenne.
Perché per quanto fiera e indipendente ti possa sentire, per quanto forte sarà la risata con cui cercherai di seppellire l’imbarazzo, da quel momento un sordo ronzio si insinuerà nella tua testa. E se anche tenterai di pensare ad altro – la spesa da fare, l’ultima puntata di Fargo, il tuo prossimo tatuaggio – in un momento di noia, mentre sarai intenta a farti le sopracciglia o a scorrere annoiata la bacheca di Facebook, non riuscirai a scacciare via quell’interrogativo assordante.
“E se avessero ragione loro? Se avessi davvero bisogno di un uomo per essere veramente felice?”.
Chi può dirlo, mia cara single.
Ma, fidati, non è questo il punto. Ciò che conta è non permettere alle insicurezze di chi non riesce a comprendere le tue scelte di prendere il sopravvento. L’importante è non cascare nel tranello di chi, per cercare di incasellarti, si aggrappa a delle certezze che non sono le tue.
Ma, soprattutto, l’importante è che tu non ti senta in dovere di giustificarti della tua vita privata.
Non è tuo compito far capire loro che non avere un fidanzato non significa affatto essere sole o vivere a metà.
Perciò continua pure a cercare le tue risposte, zitella trentenne. Ma in quell’attimo di esitazione davanti allo specchio, concediti un secondo di soddisfazione: per ora non hai alcun bisogno di trovare la tavoletta del cesso alzata per non sentirti vuota.