Pubblichiamo la lettera che ci ha inviato la nostra lettrice Alexis, femminista trans che si interessa in particolare di visibilità transgender e che sottolinea l’importanza del linguaggio corretto da usare quando si parla di persone trans
Ciao,
sono Alexis. Per dare un po’ di background: sono femminista, sono una donna trans, e mi interesso di visibilità transgender. Le mie posizioni sono radicali; non come nella ‘-r’ di TERF (Trans-Exclusionary Radical Feminist, femminista radicale che esclude le persone trans), ma nel senso di agire e analizzare in profondità.
Vorrei parlare di come il linguaggio utilizzato, anche negli ambienti femministi, a volte fallisce nell’essere inclusivo delle persone trans, e specialmente delle donne. Le donne trans sono maggiormente a rischio perché sperimentano l’intersezione di transfobia e misoginia: la transmisoginia.
Per impostare il discorso partirò dalla base, definendo i termini cisgender e transgender (che vengono abbreviati cis e trans rispettivamente).
Essere transgender significa essere identificati come un altro genere alla nascita, erroneamente. Questa formulazione può sembrare strana quando sentita per la prima volta, ma vale la pena di dedicarci un minuto. Per cominciare, questa definizione ha il vantaggio di togliere la “colpa” alla persona, e responsabilizzare la società. Ma soprattutto, da questa formulazione si vede che essere trans non richiede altri requisiti, e che quindi si è persone valide indipendentemente dai genitali, da una transizione, o dal rapporto con il proprio corpo.
Essere cisgender significa essere stati identificati correttamente. Non è un insulto.
Parlando di transizione, ogni persona trans deve avere il diritto all’autodeterminazione. Non c’è un modello unico di esperienza, o di rapporto con il proprio corpo, e credere altrimenti è il risultato di una visione stereotipata. Questo effetto si può arginare, prestando ascolto a chi è coinvolt* in prima persona.
La parte radicale è che le donne (donne trans incluse) possono avere tutti i tipi di corpi. E lo stesso vale per gli uomini (cis e trans) e per le persone non binarie.
Dicendo questo non intendo “cancellare la figura femminile”, come vuole sostenere una certa parte reazionaria. Voglio solo che sia riconosciuta la dignità a persone che sono sempre state invisibilizzate e spinte ai margini.
La validità di una persona trans non sta in una transizione. Esattamente come la validità di una persona cis non sta nel suo corpo. L’idea che una donna cis possa essere ridotta a una vagina è anti-femminista. Allo stesso modo, non si dovrebbe giudicare una donna trans perché la sua vagina è stata ricostruita o perché ha un pene.
Per molte persone trans la transizione è una necessità medica: si parla di body dysphoria. Ma una trappola in cui cadono in molt* è quella di credere che i corpi delle persone cisgender costituiscano lo standard.
Pensate a tutte quelle volte che si raccontano le persone transgender con un contrasto tra “sesso biologico” e “identità di genere”. Date le premesse fatte sopra, siete in grado di vedere come in questa descrizione le persone cis siano privilegiate, e le persone trans penalizzate? Le persone cisgender vengono assunte come lo standard, mentre le persone transgender si devono accontentare di una “identità”, che è qualcosa “in contrasto” con il loro sesso.
Invece sarebbe molto meglio riconoscere che le donne (donne trans incluse) possono avere tutti i tipi di corpi, che gli uomini (cis e trans) possono avere tutti i tipi di corpi, e che le persone non binarie esistono e sono ugualmente valide.
Soprattutto perché (e questa e una considerazione pesante ma va fatta) le donne trans vengono ammazzate per il risultato di visioni come questa. Quando si dice che non sono veramente donne, ma che in fondo sono uomini. E quando gli uomini etero (e cisgender) sentono minacciata la loro eterosessualità.
Se riuscite a riconoscere il problema, quindi, sarebbe importante adattare il linguaggio per cercare di arginarlo. Abolendo soprattutto quell’idea che le persone trans siano nate “nel corpo sbagliato”, che è il primo passo per perpetuare la violenza.
Vorrei concludere consigliando qualche approfondimento, come questo articolo pubblicato su Everyday Feminism e il testo seguente, tradotto da un post di Jessica R. Durling che si può trovare a questo link.
Il sesso di una femmina trans è femminile, il sesso di un maschio trans è maschile, e il sesso di una persona non binaria è non binario, indipendentemente dai genitali.
Qualcun* è nat* con una vagina e cromosomi xy, di che sesso è?
E se è nat* con un pene e una vagina, e cromosomi xxy?
La risposta è la sua identità di genere.
La sola caratteristica che una persona condivide con il proprio sesso è l’identità di genere, dal momento che ogni persona può avere ogni altra caratteristica. Questo rende l’identità di genere la caratteristica sessuale primaria.
L’identità di genere è la caratteristica sessuale centrale, al di sopra dei genitali, al di sopra degli ormoni. Una femmina può avere ogni tipo di cromosomi, di genitali, di ormoni. La sola caratteristica sessuale che tutte le femmine condividono è l’identità di genere, lo stesso vale per i maschi, e per le persone non binarie.
Se il sesso è “la differenza biologica tra maschi, femmine, coloro al di fuori o compres*” allora sarebbe prima di tutto l’identità di genere, e soprattutto.
Una femmina non ha mai avuto un sesso maschile, ha il suo sesso, e lei è femmina.
Pensate al sesso come un veicolo a motore. Pensate all’identità di genere come il motore. I veicoli a motore possono avere tutti i diversi tipi di parti, ruote, assi, ma rimangono veicoli a motore solo finché hanno il motore.
È simile al sesso in questo modo. Un maschio per esempio può avere tutti i tipi di parti, ma la caratteristica che tutti i maschi condividono è la loro identità di genere, è quello che li rende maschi ed è quindi la caratteristica sessuale primaria.
Alexis
Cara Alexis,
ti ringraziamo molto per questo tuo intervento. Nel femminismo intersezionale non si finisce mai di imparare e la priorità per portare avanti la nostra lotta è sempre ascoltare ciò che hanno da dire le persone direttamente coinvolte da una determinata oppressione. Faremo tesoro delle tue riflessioni.
Un abbraccio