Riceviamo e pubblichiamo la lettera che ci ha inviato la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli in merito al caso di sessismo su Radio Globo, sollevato da una nostra lettrice. La senatrice, che ha anche diramato un comunicato ufficiale sulla vicenda, in questa lettera si sofferma non solo sull’importanza del linguaggio, ma anche sulle discriminazioni delle donne sul lavoro, che erano state negate dai conduttori nella puntata dell’8 luglio (qua il podcast).
Cogliamo l’occasione per ringraziare la senatrice per il suo impegno contro il sessismo e per aver sostenuto la Redazione di Pasionaria e la sua community in questa occasione
“Carissime,
resto colpita dopo aver ascoltato, grazie alla vostra segnalazione, i podcast delle puntate della trasmissione in onda su Radio Globo.
Al di la delle specifiche frasi, che risultano oltre che irripetibili molto offensive, tanto nei confronti delle donne quanto dell’intelligenza di chi le ha pronunciate, ci son due questioni su cui credo che serva spendere alcune parole: la realtà della condizione femminile e la responsabilità che deve avere chi ha la possibilità di rivolgersi ad un grande pubblico.
I conduttori della trasmissione sembrano non avere accortezza né della prima né della seconda.
Negare la disuguaglianza di genere sul lavoro, in termini di opportunità, progressioni di carriera, salari, è infatti raccontare una bugia.
Questi fenomeni sono oggetto di studi scientifici e, da anni, rivelano differenze gravi che piano piano stanno diventando, grazie all’impegno di quelle femministe che i due conduttori tanto stigmatizzano e deridono, un obiettivo politico concreto per una società migliore.
Ci sono innumerevoli studi a dimostrare il persistere di differenze di genere e di assurde discriminazioni: per citarne uno, ma i due conduttori ne potrebbero trovare molti altri se decidessero di approfondire la questione, segnalo il Global Gender Gap Report stilato dal World Economic Forum. L’edizione 2015 posiziona l’Italia alla 111° posizione (su 145 Paesi), per quello che riguarda la partecipazione economica e le opportunità che hanno le donne, mostrando dati inquietanti soprattutto sulla parità salariale a fronte di lavori equivalenti.
Per quello che riguarda poi la responsabilità dei media nel diffondere un linguaggio all’altezza del ruolo che giocano nella formazione del pensiero comune credo serva chiarezza: i due conduttori hanno cercato di giustificarsi provando a sdrammatizzare e ad appellarsi al diritto di satira, liquidando il tutto come battute. Ma come si può credere che lo siano, come può un ascoltatore farsi l’dea che sia uno scherzo un continuo utilizzo di epiteti sessisti, la continua esternazione di frasi violente e volgari, lo scherno nei confronti di chi ha provato a esprimere un punto di vista diverso ed a chiedere rispetto per le donne?
Come si può non rendersi conto della forza delle parole, come fanno a non conoscerla loro, che di mestiere parlano? Come fanno a non capire che un linguaggio con tanta violenza, misoginia e stereotipi non fa che inquinare la nostra comunità con discriminazioni che invece i media, le istituzioni, e tutti coloro che ambiscono a vivere in una società paritaria, civile e rispettosa di ogni persona, con meno violenza e discriminazioni, dovrebbero combattere?
Mi auguro che l’editrice della radio rifletta su quanto negativo sia l’esempio che offre il programma, e se lei vorrebbe farsi raccontare, come donna, in questo modo ai suoi figli.
Io no, e nessuna di noi credo.
Nessuno spazio per la violenza verbale, le discriminazioni, gli stereotipi.
Solo così potremo costruire una società migliore, per tutte e per tutti.
Vi ringrazio dell’impegno e del lavoro che quotidianamente portate avanti,
con affetto,
Valeria“