Rust è un videogioco abbastanza famoso (alla fine del 2015 ha venduto oltre 3 milioni di copie) che recentemente ha attirato molte attenzioni per la scelta di attribuire in maniera casuale il sesso e il colore della pelle ai personaggi.
Che cosa è cambiato
Fino a questa modifica in Rust era possibile interpretare unicamente un maschio bianco, rigorosamente pelato, e il solo attributo casuale nella creazione del personaggio era la lunghezza del membro, aspetto da non sottovalutare, visto che il gioco inizia con i personaggi completamente nudi in una terra sconosciuta, con l’unico obiettivo di sopravvivere.
Nonostante questa scelta bizzarra, quella che ha destato più discussioni è stata la decisione di inserire personaggi femminili e di colore, senza dare la possibilità di scegliere chi interpretare: l’attribuzione avviene adesso casualmente e chiunque può trovarsi a giocare nei panni di una donna o di una persona nera.
Le critiche non sono tardate ad arrivare
L’aggiornamento ha fatto infuriare i giocatori maschi che hanno subito protestato, arrivando addirittura a chiedere che lo sviluppatore Garry Newman, responsabile di questa decisione, fosse allontanato dal progetto.
Interessante considerare che, mentre le critiche sulla casualità della razza sono state soprattutto di carattere regionale (sembra, per esempio, che si siano infastiditi molto i russi), le lamentele sul sesso sono invece ben distribuite in tutti i Paesi.
Persino i giocatori trans non hanno risparmiato critiche, sottolineando come l’assegnazione di un sesso o di un altro senza possibilità di modifiche sia una trasposizione della transfobia della vita reale.
Insomma, tranne che alle giocatrici, sembra proprio che a pochi questo aggiornamento sia andato giù. Tra chi non riesce ad immedesimarsi e chi racconta di sentirsi obbligato ad appoggiare fantomatiche “ideologie femministe“, ci manca solo qualche politico italiano che grida all’allarme gender.
Alla fine, dato il polverone, Newman ha deciso di scrivere un articolo sul Guardian per ribadire il perché della sua scelta, sottolineando come nel gioco il sesso o il colore della pelle non influenzino in alcun modo l’andamento del gioco, considerando dunque queste critiche decisamente esagerate.
Per un uomo interpretare una donna è così complicato?
Quello che emerge da quest’episodio è probabilmente una difficoltà generale per i giocatori maschi ad interpretare personaggi femminili. Infatti, mentre le donne sono più che abituate a vestire i panni maschili sullo schermo – dato che solitamente i protagonisti dei videogiochi tendono a essere uomini – il contrario sembra ancora difficile.
Da giocatrice ammetto che la creazione del proprio personaggio è un momento effettivamente importante, in quanto si tende a modellare il proprio alter ego con un aspetto e delle caratteristiche uniche che consentano al giocatore o alla giocatrice di affezionarcisi e di riconoscersi durante tutte le avventure.
Questo però può essere valido nei giochi d’interpretazione, come per esempio quelli di ruolo, in cui l’immedesimazione è fondamentale e in base al proprio genere e ad altre caratteristiche del personaggio la storia può avere risvolti unici. Però nei giochi in cui ciò è poco rilevante, come per esempio gli sparatutto – dove l’unico scopo è combattere con i propri avversari – o in un videogame come Rust – dove l’obiettivo è sopravvivere alleandosi o combattendo gli altri gamers – non è positivo provare a rompere le barriere di genere e quelle razziali?
Da sempre le donne, sia nei film che nei giochi, specialmente quelli d’avventura e d’azione, hanno interpretato personaggi maschili. Certo, ormai le giocatrici sono abituate, ma è bello vedere che i giochi a poco a poco sono sempre più inclusivi verso il pubblico femminile.
Tante case di produzione di videogiochi, consapevoli dell’aumento del numero di giocatrici, stanno iniziando a dare la possibilità di scegliere il proprio sesso in diversi titoli, e non mancano giochi famosi e di successo in cui chiunque deve vestire i panni di personaggi femminili (si pensi alla storica Lara Croft, o ai più recenti giochi di “Final Fantasy XIII” e “Life is strange”).
In parallelo, anche se più lentamente, aumentano anche i giochi che permettono la scelta dell’orientamento sessuale e che danno voce anche ai personaggi trans, perché non bisogna dimenticare che la maggior parte dei giochi, ha come protagonisti uomini eterosessuali.
Quindi perché non appoggiare positivamente l’ultima novità di Rust? Personalmente io mi ritengo soddisfatta di avere eventualmente la possibilità di interpretare una donna e di poter correre, tette al vento (rigorosamente di grandezza casuale), per vivere questa avventura.