Succede che – in Italia, nel 2016 – durante una trasmissione di tale Radio Globo, mentre si parla di quote rosa, i conduttori affermino che le donne debbano “stare a casa zitte e mute” e che “le femministe andrebbero rase al suolo“, oltre a definire “una stronzata” il gender gap degli stipendi, denunciato dall’Unione Europea.
Succede che una ascoltatrice chiami per protestare e loro le diano della “complessata“, dicendole “va a morì ammazzata” e concludendo con “torna in cucina” e “facci parlare con tuo marito“. Seguono, per tutto il resto della trasmissione, tutta un’altra serie di affermazioni denigratorie e di allusioni sessuali.
Succede, allora, che una ragazza, indignata di quanto ascoltato, decida di scrivere alla redazione della radio contestando l’accaduto e per tutta risposta si senta dire in diretta che è “una rottura di coglioni“, con tanto di becero ritornello dei “croccantini” (con il quale si allude al suo essere “cagna“).
La trasmissione in questione è “The Morning Show”, condotta dai due brillanti maschilisti Massimo Vari e Roberto Marchetti (tra le loro mirabili iniziative anche un concorso di bellezza tra “milf”): i podcast delle puntate si possono trovare a questo link (sono quelle dell’8 e del 12 luglio).
La ragazza che, come tradizione sessista vuole, è stata insultata e derisa per aver avuto il coraggio di fargli notare la loro ignoranza e arroganza, ci ha scritto una lettera che vi invitiamo a leggere e commentare:
“Ciao, sono Ilaria, ho 24 anni.
Mi trovo a scrivervi in seguito a uno spiacevole avvenimento accaduto proprio qualche giorno fa. L’8 luglio è andata in onda una puntata del Morning Show di Radio Globo in cui si è accennato alle quote rosa. Argomento di cui, in realtà, non si è minimamente parlato, se non per attaccare e denigrare le donne. Mi sono sentita in dovere di non rimanere indifferente e ho inviato la seguente email alla redazione:
‘Salve,
mi chiamo Ilaria. Ho ascoltato la puntata del Morning Show di qualche giorno fa inerente alle Quote Rosa, del quale argomento non si è minimamente parlato per analizzare la realtà e cercare di capire motivazioni e/o ragioni e conseguenze di tale iniziativa. Le Quote Rosa, anzi, sono state il pretesto per attaccare e criticare le donne.
Come ben si sa, quando un gruppo di maschi si raduna per parlare di donne, possono esprimere pensieri che non esporrebbero davanti ad altre donne (come chi, ripeto, IN DIRETTA, ha affermato: “Le donne devono sempre stare davanti” seguito da una risata alquanto maliziosa).
I quattro signori hanno parlato delle donne in termini discriminatori, relegandole, comunque, al loro ruolo pregiudiziale e patriarcale di oggetti da consumare tra le lenzuola e come nutrici.
Ci sono state anche frasi violente, come ‘Le femministe andrebbero tutte asfaltate’ oppure, quando hanno parlato con Barbara: ‘Ma vai a morire ammazzata‘.
Trattandosi di un momento in cui l’argomentazione doveva essere caratterizzata da razionalità e da un’analisi socio-politica dei fatti, i commenti li ho trovati assolutamente fuori luogo. Come mai, i quattro simpaticissimi signori non hanno saputo argomentare le loro posizioni contro le quote rosa, piuttosto di attaccare e denigrare il genere femminile? Come mai non hanno saputo dare argomentazioni lucide e critiche, invece di ridacchiare e sgomitare tra di loro?
Per cercare di rimanere apparentemente neutri, hanno affermato: “Chi merita, deve andare avanti, a prescindere dal genere”, ma dalle loro parole non è affatto parso che la pensassero così. Soprattutto quando, sempre rivolti a Barbara, hanno affermato: “Facci parlare con tuo marito”, come a sottolineare il fatto che la signora in questione non fosse abbastanza capace di formulare un pensiero razionale e ragionato.
Invito i suddetti signori a studiare, a leggere qualche libro, a informarsi meglio, invece di riportare i titoli di giornale per fare in un certo qual modo un’informazione di intrattenimento. Si evince chiaramente dai loro discorsi che la loro cultura non è abbastanza ampia e i loro pensieri non rivelano una criticità adeguata ai tempi che corrono.
Invito, inoltre, i già citati cari signori, a scusarsi con chi è stato insultato durante la diretta, soprattutto con la signora Barbara. Sono stati offensivi e irrispettosi.
Spero che episodi del genere, nella vostra radio, non ricapitino in futuro‘.
Per essere sicura che la leggessero, l’ho postata anche sulla loro pagina Facebook. Mi ha contattato Matteo Torre Locchetta [social media manager di Radio Globo, ndr] chiedendomi di intervenire e di chiedere apertamente delle scuse. Ho fatto notare le scontro 4 a 1 mi pareva un po’ impari e che avrei chiamato solo se ci fosse stata un’altra persona a mediare. Mi è stato risposto che le mie argomentazioni non erano abbastanza forti, a quanto pare, e che potevo pure continuare a scrivere su Facebook come una sfigata. E ha aggiunto: “Hai paura di due battute?”. Vai a morire ammazzata può definirsi una battuta?
I quattro signori del Morning Show non si sono scusati. Questa mattina [del 12 luglio, ndr], in puntata, mi hanno dato della cagna più e più volte, mi hanno definito in modo erroneo Femen, hanno letto la lettera in modo denigratorio e da comici da strapazzo. Ascoltando la puntata, ho pensato che ho fatto bene a non chiamare. In compenso, una ragazza ha chiamato per prendere le mie difese e le hanno detto: “Ma vatti a fare una chiavata“.
Ho scritto alla Presidente Boldrini e ho scritto anche alla Zanardo, perché voglio che questa cosa non passi inosservata.
Quindi scrivo anche a voi, perché in quanto donna sono stufa di essere denigrata e offesa, perché in quanto donna sono stufa di non poter essere libera, perché in quanto donna sono stufa che questo maschilismo dilagante mi derida. E sono stufa che gli uomini mi dicano: “Ma fattela una risata! Era una battuta!” Se io facessi battute sulle loro palle mosce, sarebbero così gioviali? Se dicessi loro di stare zitti e che il loro compito è solo fare cunnilingus e pagarmi le cose, sarebbero così divertiti della cosa?
Io non credo.
Quindi, vi scrivo. Perché sono stanca. Stanca. Stanca.
Grazie se leggerete questa email.
Ilaria Nassa