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Giornalismo e antirazzismo: Pulitzer alle afroamericane Ida B. Wells e Nikole Hannah-Jones

Menzione speciale postuma per la reporter dei primi del '900 e riconoscimento per la giornalista del New York Times e il suo progetto che rilegge la storia considerando il ruolo della comunità afroamericana

Le giornaliste afroamericane Ida B. Wells e Nikole Hannah-Jones

Due donne a un secolo distanza percorrono la stessa strada: quella in cui si intrecciano giornalismo e impegno civile. Passato e presente hanno scritto insieme la storia dell’edizione 2020 dei Premi Pulitzer, uno dei riconoscimenti più ambiti nell’ambito del giornalismo e della letteratura: sono state premiate due giornaliste afroamericane che hanno denunciato il razzismo in due diverse epoche storiche, Ida B. Wells e Nikole Hannah-Jones.

 

Ida B. Wells: la pioniera delle inchieste per i diritti civili

Il comitato del premio ha assegnato la prestigiosa onorificenza postuma a Ida B. Wells, giornalista investigativa e attivista per i diritti civili degli afroamericani nei primi del’900. È la prima volta nella storia del Pulitzer che la “Special Citation” è stata assegnata a una giornalista. La pioniera della carta stampata se l’è aggiudicata con la seguente motivazione:

«Per le sue eccezionali e coraggiose notizie sull’orrenda e crudele violenza contro gli afroamericani durante l’era del linciaggio».

In più il comitato del Pulitzer ha stabilito di donare 50mila dollari in sua memoria (senza specificare però, per ora, a chi andrà il lascito).

Ida B. Wells nacque schiava a Holly Springs, Mississippi, il 16 luglio 1862. La sua famiglia conquistò la libertà sei mesi dopo, con il Proclama di Emancipazione promulgato dal presidente Abraham Lincoln, che decretava la liberazione di tutti gli schiavi degli Stati Uniti.

Ida ebbe la possibilità di studiare e diventò un’insegnante. Un viaggio nel 1883 in treno la segnò. Seduta sul vagone di prima classe venne redarguita dal capotreno che le indicò quale fosse il suo posto: il vagone segregato per “le persone nere”. Ida si rifiutò, morse la mano dell’uomo che cercava di obbligarla a scendere, ma venne trascinata ugualmente con la forza fuori dal treno. Per questo fece causa alla compagnia ferroviaria e in prima battuta vinse, ricevendo un risarcimento di 500 dollari. Decisione che venne poi annullata dalla Corte Suprema del Tennessee.

Un’ingiustizia che portò Ida a prendere carta e penna per raccontare la sua storia a un giornale locale, con lo pseudonimo ”Iola”. In seguito continuò a scrivere per il giornale The Memphis Free Speech and Headlight (di cui fu anche editrice) denunciando la segregazione e la violazione dei diritti degli afroamericani e continuò a insegnare, ma perse questo lavoro a causa del suo attivismo. La sua carriera di giornalista, invece, proseguì.

Ida B. Wells
Targa commemorativa di Ida B. Wells e del suo lavoro, Memphis (Stati Uniti) | Wikimedia Commons

Venne nominata la corrispondente più importante per la stampa afroamericana in occasione di un congresso nazionale e il giornale con cui collaborava diventò una delle voci più autorevoli all’interno della comunità afroamericana locale.

Il linciaggio di un suo amico a Memphis la portò a indagare. Si concentrò su questo argomento. Viaggiò per tutti gli Stati Uniti senza lasciarsi fermare dalle minacce di morte. La sua redazione venne distrutta, ma Ida andò avanti con le interviste, raccolse dati ed elaborò report. Lo fece per denunciare la forma di terrore basata sullo stereotipo secondo cui gli uomini neri violentano le donne bianche. Indagò su queste accuse, andò sulla scena dei linciaggi, intervistò testimoni, diventò una delle prime giornaliste investigative in quel periodo e, forse, della storia. Fu lei che mise a punto quelle che sono le tecniche che vengono usate ancora nel giornalismo per elaborare le inchieste.

Raccontò le storie delle vittime della violenza razzista, le portò all’attenzione pubblica. I linciaggi, gli orrendi omicidi delle persone afroamericane per mano dei bianchi, secondo Wells erano

«una scusa per sbarazzarsi dei neri che stavano acquistando ricchezza e proprietà, erano un modo per mantenerli nel terrore».

I suoi articoli vennero spesso ristampati all’estero, così come negli oltre 200 settimanali per la comunità afroamericana allora in circolazione negli Stati Uniti.

Fu attiva anche nel movimento per il suffragio femminile, fondò la National Association for Colored Women (Associazione nazionale per le donne di colore) nel 1896 e guidò una protesta anti-linciaggio a Washington nel 1898. Alla fine, un anno prima della sua morte, nel 1930, corse per un seggio al Senato dello Stato dell’Illinois come candidata indipendente. Non vinse. Ma tracciò in questo modo una strada non solo per le persone afroamericane, ma soprattutto per le donne di colore e per le donne in generale.

«Ha usato il giornalismo come strumento per riferire non solo cosa stava succedendo in quel periodo, ma ha usato la sua abilità di giornalista per influenzare il cambiamento sociale», ha detto la scrittrice Michelle Duster, pronipote di Wells.

Rileggere la storia attraverso il razzismo: il progetto di Nikole Hannah-Jones

Ma, per quanto concerne giornalismo e razzismo, non c’è stato solo un riconoscimento rivolto al passato. Come un passaggio di consegne, un’altra donna afroamericana ha ricevuto il Premio Pulitzer 2020 per la categoria “Commentary”: la giornalista del New York Times Nikole Hannah-Jones, che su Twitter usa come pseudonimo proprio Ida Bae Wells.

È stata premiata per il suo “1619 Project”, un’iniziativa rivoluzionaria pubblicata sul New York Times che mira a riformulare la storia degli Stati Uniti mettendo le conseguenze della schiavitù e il contributo degli afroamericani al centro della narrativa nazionale a partire dall’arrivo dei primi africani schiavi nel 1619.

Hannah-Jones è riconosciuta come un’autorità su temi come la segregazione razziale e la discriminazione nel settore abitativo, scrive per scoprire e mettere in evidenza il razzismo sistemico e istituzionale perpetuato da leggi e atti ufficiali.

All’inizio del 2015, Nikole Hannah-Jones ha co-fondato l’Ida B. Wells Society for Investigative Reporting: un’organizzazione che ha lo scopo di promuovere il giornalismo investigativo. Segue le orme della giornalista Wells per incoraggiare i giornalisti a mettere in luce le ingiustizie perpetuate dal governo e difendere le persone vessate.

«Riuscite a immaginare una donna nera in quel momento, andare in un territorio in cui un uomo o una donna di colore erano sistematicamente linciati e fare domande sul perché e come questo succedeva?» ha ricordato Hannah-Jones, che ha aggiunto:

«Solo nel 2019 è stata dedicata una strada a Wells nella città in cui è sepolta, Chicago. Penso che questo ci mostri il modo in cui abbiamo sempre cancellato i contributi delle donne di colore. Adesso dobbiamo riscoprire anche questa parte della nostra Storia. Ora è il tempo di Ida».