Dalla settimana scorsa una sostenitrice della linea dura contro i migranti e i rom, la leghista Stefania Pucciarelli, è la Presidente della Commissione Diritti Umani al Senato. La sua vice è Paola Binetti, senatrice ultracattolica e omofoba passata all’Unione di Centro dopo avere militato nell’ala teodem del PD. Simone Pillon, anche lui leghista e primo firmatario del decreto legge che porta il suo nome, e che considera i figli pacchi postali, è vice presidente della Commissione Bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza.
Se non fosse già abbastanza chiaro, ogni nomina del Governo in carica, in ogni sua estensione, ha l’obiettivo di irrigidire le posizioni sui diritti e cancellare quelli che non sono attribuiti alla famiglia tradizionale a guida patriarcale. Pucciarelli, Binetti e Pillon condividono la battaglia contro il riconoscimento dei diritti delle persone LGBT e Paola Binetti, psichiatra, si è spinta sino a forzare la mano alla Scienza per definire contro natura l’omosessualità ed equipararla alla pedofilia.
Stefania Pucciarelli ha tutte le caratteristiche che chiunque si occupi di diritti umani non dovrebbe avere: è diventata nota per essere stata querelata per istigazione dell’odio razziale (aveva messo like a un post su Facebook in cui si evocavano i forni per i rom), è contro il reato di tortura e abbraccia la propaganda leghista delle ruspe contro i campi nomadi. Diritti sì, ma a certe condizioni: la sua prima dichiarazione dopo l’elezione è stata per Asia Bibi, la donna cattolica pachistana prima condannata a morte per blasfemia e poi scagionata.
Di Simone Pillon si è parlato tanto in questi ultimi mesi, anche all’estero. Anti abortista, omofobo, promotore del Family Day e convinto che esista un’ideologia gender che vorrebbe sovvertire l’ordine naturale e distruggere la famiglia tradizionale. Secondo Pillon ideologia gender e stregoneria verrebbero insegnate nelle scuole, a quei bambini che cerca di difendere con un decreto legge che li obbliga a mantenere i rapporti con genitori abusanti. E a doversi spostare di continuo tra le abitazioni dei genitori separati. Giusto sabato 10 ottobre contro Pillon e contro il suo decreto legge sull’affido condiviso, migliaia di persone sono scese in piazza. Se volete approfondire il tema, abbiamo spiegato la pericolosità del decreto in un articolo e con delle infografiche. Nonostante la poca visibilità data dai media alle proteste, riesce difficile credere che la nomina alla commissione per l’infanzia e l’adolescenza sia avvenuta all’oscuro delle manifestazioni di piazza.
Tutte queste nomine possono essere interpretate come un assalto frontale ai diritti di chiunque non risponda ai dettami della più bigotta ideologia cristiana, e come la corsa della parte più conservatrice e reazionaria della nostra società a riaffermare le proprie posizioni di privilegio. In ogni caso, sono nomine che rimarcano l’avanzata di persone e mentalità che dividono l’Italia e il mondo in cittadin* di serie A e di serie B.
Persone LGBT, donne vittime di violenza o economicamente non autosufficienti, persone che vogliono decidere per sé stesse se portare avanti una gravidanza o meno, minori, persone straniere, migranti e nomadi vengono declassate alla serie B, mentre il Governo lavora intensamente per cancellare tutti i diritti conquistati.
Insieme alla propositività per il riconoscimento dei diritti sparisce l’impegno a favore delle vittime della violenza di Stato come Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi, per cui l’ormai ex Presidente della Commissione per i Diritti Umani Luigi Manconi del PD ha lottato nella precedente legislatura.
Da quando è nato, il Movimento 5 Stelle non ha fatto che ripetere in varie declinazioni che è preferibile che una persona del popolo (senza alcuna formazione politica) ricopra incarichi governativi di responsabilità, piuttosto che sia una persona competente a farlo. Questa convinzione, abbracciata da moltissime persone, mi ha sempre fatta rabbrividire. Si è saldata poi con il revanscismo e con le politiche discriminatorie a tutto campo della Lega, quando dopo mesi di tentativi è nata la formazione gialloverde di Governo.
Il risultato di quest’incontro di idee è l’elezione di personalità politiche non semplicemente inadeguate, ma apertamente contrarie ai diritti umani. Posizioni aberranti contro cui è necessario opporsi in ogni modo. Il 24 novembre la rete Non una di meno scenderà di nuovo in piazza contro la violenza di genere e le politiche patriarcali e razziste del governo, di cui Pillon e Pucciarelli sono complici.