Lo scorso maggio sono stata a Roma con mio marito e mia figlia di un anno in occasione della mostra dell’artista messicana Frida Kahlo alle Scuderie del Quirinale. Ora in mostra a Genova, consiglio a tutti gli appassionati di arte e non di andare a scoprire dipinti, video, fotografie e disegni mai visti prima in Italia, e soprattutto a conoscere più da vicino questa donna straordinaria che ha vissuto una vita altrettanto straordinaria.
Mia figlia, che ora ha 18 mesi, è ancora ignara del nome che le abbiamo affibbiato: Frida, appunto. Per lei ovviamente è solo il suo nome, uno come tanti, quello scritto sotto la foto sull’armadietto dell’asilo nido.
Prima che mia figlia nascesse alla solita domanda “come la chiamate?” molti storcevano il naso al suono di quel nome, alcuni perché è inusuale e poco sentito, altri perché essendo germanico (il padre della Kahlo era tedesco) suona crudo, freddo e forse anche strano da pronunciare. Queste reazioni sono date dal fatto che non tutti conoscono questa donna e le sue vicende e non collegano il nome alla Kahlo. Spesso ci è capitato di vedere il disappunto sulle facce di queste persone che sembrano pensare “ma che razza di nome è?!”.
Ma abbiamo sempre fatto spallucce e sorridendo tirato dritto per la nostra strada! Purtroppo l’arte contemporanea studiata durante il liceo, almeno quello che ho frequentato io, non arriva quasi mai a studiarla né tantomeno a studiare artiste donne… chissà perché! Questo nome significa inoltre “pace e amore”. Ma per noi ha un significato più ampio…
Ho conosciuto la storia di Frida Kahlo per caso, un giorno anni fa quando è uscito il film biografico interpretato da Salma Hayek. La sua storia mi ha folgorata all’istante e da lì ho capito che se mai avessi avuto una figlia femmina si sarebbe chiamata Frida. E così è stato!
Costretta a letto in seguito ad un incidente accaduto all’età di 18 anni, il padre le regala pennelli e colori e inizia a dipingere. Frida dipingeva soprattutto autoritratti: la sua immagine riflessa nello specchio posizionato sopra il letto; successivamente anche persone a lei vicine, personaggi famosi dell’epoca, suo marito Diego Rivera anch’esso artista, i suoi stati d’animo, esperienze quotidiane della vita messicana e i suoi sentimenti più profondi.
La Kahlo era un’artista controversa, affascinante nonostante il suo aspetto non proprio da bambolina di porcellana, attiva nella politica della prima metà del ‘900 assieme al marito, innamorata della sua terra e del suo folklore.
Ha vissuto un’esistenza costellata da alti e bassi, da disgrazie sia fisiche che emotive, che hanno dato vita ad un’arte vera, cruda e diretta, in cui sapeva esprimere tutta sé stessa; molti l’hanno giudicata “surrealista”, ma lei per prima ha definito la sua pittura “autobiografica”, da come si può notare dagli innumerevoli autoritratti e dalla sua terra, il Messico, sempre presente nei colori e nei particolari. Non si può quindi che rimanere affascinati dalla tenacia e dalla forza con cui si è saputa rialzare ad ogni ostacolo, dando vita alla sua arte conosciuta in tutto il mondo.
Non vedo l’ora di raccontare tutto questo alla mia piccola Frida!
Ed è così che auguro a mia figlia, ancora piccola per capire “il peso” di questo nome, di affrontare qualsiasi problema, ostacolo o delusione della vita: di sapersi risollevare, di reinventarsi, di non perdersi d’animo e cercare risorse in ciò che la appassionerà per andare avanti!