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Pasionaria Book Club: i saggi femministi di Virginia Woolf

I saggi femministi di Virginia Woolf: foto sul Pasionaria Book Club di Alessandra e Benedetta
I saggi femministi di Virginia Woolf: foto sul Pasionaria Book Club di Alessandra e Benedetta

Continuano le letture del Pasionaria Book Club, il club del libro di Pasionaria.it. Dopo “Una donna” di Sibilla Aleramo, era il turno di un saggio e attraverso un sondaggio sono stati scelti due testi di Virginia Woolf: “Una stanza tutta per sé” e, per le lettrici e i lettori più volenterosi, anche “Le tre Ghinee“.

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I saggi femministi di Virginia Woolf

Virginia Woolf non ha bisogno di presentazioni: una delle scrittrici più importanti del Novecento, ha sempre sviscerato l’intimità femminile e la condizione sociale della donna in tutti i suoi romanzi (soprattutto nei suoi due capolavori “La signora Dalloway” e “Gita al faro”). Ma è grazie a questi saggi che la figura della Woolf è considerata un pilastro del femminismo storico.

Una stanza tutta per sé” fu pubblicato nel 1929 a partire da due conferenze tenute negli unici due college femminili di Cambridge. L’autrice affronta la tesi secondo cui le opere letterarie scritte dalle donne sono meno di quelle scritte dagli uomini non per incapacità, ma per un problema materiale: non hanno quasi mai avuto i mezzi economici che concedessero loro il tempo e lo spazio per potersi dedicare alla scrittura. Si chiedeva:

Chi mai potrà misurare il fervore e la violenza del cuore di un poeta quando rimane preso e intrappolato in un corpo di donna?

Le tre ghinee” (il cui titolo originario era “Sull’essere disprezzati“) è stato scritto, invece, nel 1938 ed è l’articolata risposta a un avvocato che le chiedeva un contributo contro la guerra. Woolf parte da questo spunto per spiegare, con la consueta lucidità e ironia, come l’istruzione e l’educazione delle donne, e la loro conseguente maggiore partecipazione alla vita pubblica, avrebbe potuto aiutare a evitare l’insorgere delle guerre e del fascismo.

La maggior parte dei lettori e delle lettrici del Pasionaria Book Club ha letto e analizzato “Una stanza tutta per sé”: ecco la nostra recensione collettiva.

I saggi femministi di Virginia Woolf: foto sul Pasionaria Book Club di Chiara
I saggi femministi di Virginia Woolf: foto sul Pasionaria Book Club di Chiara

Cosa ci ha colpito

Una stanza tutta per sé è uno dei miei libri preferiti. Contestualizzandolo nel periodo storico in cui è stato scritto lo definirei rivoluzionario. Uno dei pezzi che mi piace citare spesso, soprattutto quando parlo con ragazzi e ragazze, è quello di Judith, la sorella di Shakespeare. Perché è un esempio (seppur ipotetico) molto pratico del divario che poteva esserci tra un uomo e una donna in quegli anni, di quante donne nella storia sono rimaste invisibili, seppur talentuose, semplicemente perché nate donna e perché non avevano una stanza tutta per sè. [ Giulia ]

Amo “Una stanza tutta per sé” perché è ancora attualissimo, nonostante sia scritto molte decadi fa. Trovare il proprio spazio fisico, emotivo, cognitivo per scrivere, la propria voce seguendo l’ispirazione individuale, la propria via per narrar-si… questioni ancora aperte, ancora irrisolte per molte di noi, ancora in cima alla lista di “cose da fare, cercare, trovare”. La necessità di divenire autonome da un punto di vista economico, emotivo, intellettuale rimane ancora un’assoluta priorità, purtroppo ancora lontana dall’essere assunta come realtà manifesta. Trovare e trovarsi è, ancora oggi, per molte donne, una chimera, nonostante i passi in avanti dati in tale direzione. Una stanza tutta per sé è quel libro da tenere accanto a sé per ricordarsi di lottare ogni giorno per trovare il proprio posto al mondo, seguire i sogni, accogliersi con affetto, farsi sentire senza paura. [ Marta ]

Pensare che ancora oggi molte donne non hanno una indipendenza economica, degli spazi da poter dedicare a loro stesse rende il saggio tremendamente attuale. In molte parti del mondo ancora oggi le donne non ricevono educazione solo per una questione di genere…. Quanta strada c’è ancora da fare…. i cento anni ipotizzati non sono purtroppo ancora sufficienti. [ Jovanka ]

Il saggio probabilmente non è il mio genere e forse il tono candidamente (ma anche lealmente) pedagogico di Woolf non ha aiutato. Ma ammettiamolo, il vero problema è l’argomento, avvilente e sconfortante in quanto vivo e attuale, molto più dei temi di “Una donna” di Aleramo: le discriminazioni di genere sono ancora il pane quotidiano della nostra società, ed esistono ancora aree culturali e professionali considerate maschili e recintate da solidi paletti/pregiudizi. Almeno, io la vedo così e il confronto impietoso, nero su bianco, tra la situazione presente e quella di 90 anni fa, con poche evoluzioni sostanziali, mi scoraggia. [ Luca ]

Il ruolo di Virginia Woolf nel pensiero femminista

Penso che le idee dietro Le tre ghinee e Una stanza tutta per sé siano tremendamente attuali e appunto credo che dovremmo usare questi libri come memento della nostra storia in quanto donne. Se lo chiediamo a molte persone sono sicura che ci risponderebbero che la parità dei sessi è stata effettivamente raggiunta, e che donne e uomini oggi godono degli stesse opportunità nel mondo del lavoro. Non serve aggiungere che non sono assolutamente d’accordo e la ragione del mio disaccordo è proprio nella nostra storia recente. I cento anni che Virginia Woolf ha previsto che sarebbero serviti alla sua scrittrice fittizia per diventare un poeta non sono ancora passati del resto, questi tempi di ingiustizia così marcata e plateale, almeno ai nostri occhi, di cui Virginia Woolf ci parla, non sono affatto lontani come crediamo. Il tempo in cui le libere professioni erano precluse alle donne, in cui era normale che le donne fossero giudicate naturalmente meno intelligenti degli uomini, sono secondo me pericolosamente vicini e dovremmo tutti ricordarci da dove veniamo. [ Chiara ]

Sicuramente uno dei punti di riferimento per il femminismo occidentale del Novecento, quello che mi stupisce sempre del suo pensiero è che, sebben certe posizioni teoriche mal si adattano alla società liquida, alcune delle osservazioni di Woolf siano tutt’ora valide (in particolare quando sottolinea che l’attività intellettuale è indissolubilmente condizionata dalla condizione socio-economica). [ Beatrice ]

La Woolf di Una stanza tutta per sé incarna abbastanza bene l’idea di leader femminista come l’immagino io: lucida, consapevole, informata, onesta e desiderosa di giustizia, spazi e opportunità negati alle donne. Per di più, Woolf è chiara anche quando è intricata: non omette nulla, spiega i propri ragionamenti e le constatazioni da cui questi nascono, non dà per scontato niente ed è disposta a mettere in dubbio tutto. Qualità, queste, che apprezzo molto in una persona e ancor più in un’intellettuale. Woolf riesce a essere tutto ciò senza rancori e senza presunzioni: cerco di imitare quest’atteggiamento e renderlo parte del mio carattere e della mia filosofia. [ Luca ]

Le citazioni che abbiamo amato

La donna entra nella stanza – ma qui le risorse della lingua inglese dovrebbero potersi espandere fino all’inverosimile e interi sciami di parole venire alla luce illegittimamente dispiegando le loro ali prima che una donna possa dire cosa accade quando entra in una stanza.

Una persona non può pensar bene, amare bene, dormire bene, se non ha cenato bene

Tutto questo opporre un sesso all’altro, una qualità all’altra; tutto questo attribuire superiorità a sé stessi e inferiorità agli altri, appartiene a quella fase scolastica dell’esistenza umana in cui ancora esistono “squadre”, e sembra necessario che una squadra riesca a vincere l’altra, ed estremamente importante salire su una pedana e ricevere dalle mani del direttore stesso un vaso ornamentale come premio. A misura che le persone maturano, smettono di credere nelle squadre, e nei direttori, e nei vasi ornamentali

Dovrei supplicarvi di ricordare le vostre responsabilità, di essere più elevate, più spirituali; dovrei ricordarvi quanto dipenda da voi, e quale influenza potete esercitare sul futuro. Ma credo proprio che queste esortazioni si possano lasciare all’altro sesso, che darà loro, come ha fatto spesso, una eloquenza più grande…. Mi sento invece di dire…. che è molto più importante essere se stessi che non tutto il resto