In questi ultimi due mesi il Pasionaria Book Club è stato impegnato nella lettura del romanzo “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza, scelto dopo aver letto insieme “Una donna” di Sibilla Aleramo e i saggi femministi di Virginia Woolf.
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L’arte della gioia
Il romanzo, dalla travagliata vicenda editoriale, è considerato a buon diritto un classico della narrativa femminista del secondo Novecento. Giudicato scandaloso, divenne un caso editoriale solo dopo la morte della sua autrice Goliarda Sapienza, scomparsa nel 1996, grazie al successo ottenuto in Francia.
La storia segue la vita di Modesta, bambina determinata a trovare il suo posto nel mondo e a riscattarsi a ogni costo, e poi donna disobbediente e ambiziosa, determinata e controcorrente. In poche parole, libera.
Ecco l’opinione delle nostre lettrici (senza spoiler!)…
Impressioni sul libro
“L’arte della gioia” è sicuramente un libro travolgente. e ha tutti gli elementi per essere ufficialmente un classico della nostra letteratura, perché gli spunti e i piani di lettura sono innumerevoli. c’è l’emancipazione femminile, ma prima di tutto individuale, dalla miseria e dall’ignoranza. c’è il sud, con tutte le sue contraddizioni. c’è una lettura molto interessante del potere, nelle sue diverse forme. c’è il femminismo, anche in chiave intersezionale se consideriamo i passaggi sull’omosessualità. interessante anche l’approccio libero alla maternità.
[ Benedetta ]
Ho apprezzato molto questo libro, nonostante la difficoltà iniziale ad abituarmi al continuo cambiamento dalla prima alla terza persona e la crudezza di alcuni passaggi, sono riuscita a proseguire, e l’evoluzione di Modesta mi ha appassionata sempre di più. [ Sylvie ]
Io non sono riuscita ad andare avanti, invece. Mi sono resa conto di essere finita in una sorta di “rifiuto”… però non demordo e aspetto un nuovo periodo per leggerlo!
[ Roberta ]
Il libro mi è piaciuto parecchio, è stato entusiasmante seguire la vita di Goliarda attraverso tutta la prima metà del ‘900 e guardare la sua esistenza di donna e le sue mille peripezie personali incrociarsi e confrontarsi con i tumulti politici e sociali del tempo. Ammetto che l’inizio del romanzo fa l’effetto di tuffarsi in una piscina fredda, ma, rimanendo nella metafora, continuando a nuotare ci si abitua e ci si diverte.
[ Chiara ]
Modesta, la protagonista
Come fa questa donna ad essere tutt’uno con la sua volontà, senza ripensamenti, senza travagli interiori o passi indietro? Come fa a volere le cose e prendersele, senza vergogna, senza melodramma, senza dubbio o paura di ferire le persone amate? E’ un carro armato, una roccia. E’ un personaggio che non può esistere nella realtà, perché sembra avere così poco di umano. E mi sono tormentata ed entusiasmata, leggendo, dicendomi: se solo fosse possibile! [ Diletta ]
Modesta a mio avviso è un personaggio del tutto irrealistico, sotto quasi ogni punto di vista. Ma non solo in riferimento al contesto storico, sarebbe irrealistica anche come donna contemporanea… è quasi un personaggio mitico, in cui ogni donna può riconoscersi in aspetti diversi, realistici o ideali. [ Benedetta ]
Sicuramente spesso l’autrice usa la voce di Modesta per esprimere il suo pensiero (cosa che non è necessariamente un male), dando luogo anche a passaggi molto politici, di riflessione sul sesso, la condizione della donna, ecc. Possiamo chiederci, ma una donna nata nel ‘900 penserebbe queste cose? Beh se pensiamo a Modesta, una donna molto istruita e emancipata, non vedo perché no. [ Chiara ]
Mi è piaciuto molto come Modesta vive la maternità: mentre molto spesso vediamo donne reali e fittizie annullare la propria personalità e esistenza nel ruolo di madri, Modesta continua a esistere al di là di questo, e proprio questo la rende secondo me una madre migliore che non intrappola la propria prole con ricatti d’amore e debiti d’affetto, ma la lascia libera. Il modo in cui vive la sua sessualità credo sia rivoluzionario ancora oggi. [ Chiara ]
Sesso ed erotismo, filone conduttore del romanzo
A me sembra che questo libro sia un libro di corpo, sul corpo, per il corpo. Un libro anche erotico, senza essere pornografico o necessariamente sessuale. […] Modesta è un archetipo, forse, mi viene da pensare, che prende Corpo, che diviene carne accesa, che forma un desiderio di parole e d’azione e di grandi perdite. Modesta mi appare come donna, ma anche come uomo, come bambina, come guerriero, anche fuori dal tempo, anche se è verosimile, anche se è troppo. Modesta apre una via di consapevolezza, di autodeterminazione, di decisioni difficili prese in tempi difficili.
[ Marta ]
Secondo me l’erotismo ha un ruolo essenziale ai fini della trama, è anche grazie alla progressiva conoscenza del proprio corpo e a come “darsi gioia” che Modesta ha un’evoluzione. [ Sylvie ]
Credo che il sesso abbia un ruolo importantissimo nella narrazione, sicuramente un ruolo centrale. L’incontro carnale rappresenta nel romanzo il punto di partenza di ogni esperienza di Modesta, quasi come a voler simboleggiare che la rivoluzione che mette in pratica parta proprio da questa sua sensibilità sessuale, chiamiamola così, molto sviluppata e quindi consapevole. [ Tatti ]
Perché L’arte della gioia è un libro femminista?
È un romanzo femminista perché è un romanzo sull’autodeterminazione e la libertà della protagonista, sul suo riappropriarsi della propria vita e del proprio corpo. Anche se secondo me esprime poi alla fine un’idea di femminismo molto riduttiva (davvero femminismo si può ridurre a “fare quello che una vuole”? Davvero la libertà dei corpi è sempre e solo libertà del sesso?). Inoltre trovo i rapporti di amore di Modesta non veri scambi fra due persone, ma esercizi di potere dell’una o dell’altra parte. [ Beatrice ]
È un romanzo rivoluzionario, ricco di riflessioni femministe decisamente attuali: il ruolo della donna nella società, l’identità sessuale, l’erotismo, ma anche ciò che ci si aspetta dai “veri uomini”. [ Sylvie ]
Alla fine sono arrivata alla conclusione che questo romanzo avrebbe dovuto chiamarsi Dell’arte della gioia. Perché è come una poetica di come dovrebbe essere una femminista e una donna. E in questo, può essere un libro più femminista di così? Fino ad ora ho letto libri di come le donne hanno vissuto la discriminazione di genere e la violenza fisica e politica che ne consegue. Questo è un libro che inspira d essere sempre la donna che vogliamo. [ Diletta ]
Le citazioni che ci sono piaciute
Mai rifiutarsi di vedere i lati sgradevoli della vita; non conoscendoli la realtà li ingigantisce nella fantasia trasformandoli in incubi incontrollabili
Io povera sono, e devo farmi forte col leggere e studiare, cercando in me e negli altri la chiave per non soccombere
Gli uomini non sanno piangere, o gli è stato impedito? Forse questa proibizione nutre in loro la prepotenza sorda di padrone con cui mi fissa nemico?
Mi viene da ridere a pensare se tu fossi un uomo, o se Beatrice fosse stata un uomo! Io ti amo perché sei donna e da donna.
Una delle tappe d’obbligo che la vita ci impone: quella di essere abbandonati o di abbandonare