Gli ultimi testi letti insieme nel nostro Pasionaria Book Club sono ormai classici del femminismo e dell’educazione alle differenze: Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti e il suo ideale aggiornamento Ancora dalla parte delle bambine di Loredana Lipperini.
In questa recensione collettiva raccogliamo le opinioni di chi ha partecipato alla lettura e condiviso le sue impressioni nel nostro club del libro.
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Dalla parte delle bambine
I due saggi, pubblicati rispettivamente nel 1973 e nel 2007, esaminano come i ruoli di genere vengano assegnati fin dalla nascita o addirittura prima, appena conosciuto il sesso del nascituro, indirizzando le bambine verso determinati comportamenti e caratteristiche.
Dalla parte delle bambine, scritto dall’esperta di educazione infantile Gianini Belotti, ebbe un enorme successo e fu tra i primi studi che analizzarono quanto l’educazione fin dalla più tenera infanzia imponga stereotipi di genere che condizionano i gusti, le propensioni, le scelte e le ambizioni delle bambine.
Dopo più di trent’anni con Ancora dalla parte delle bambine, la giornalista e scrittrice Lipperini, ha ripreso in mano l’eredità di questo testo rivoluzionario, aggiornandolo all’immaginario e al contesto delle nuove generazioni, figlie delle bambine di cui parlava Gianini Belotti.
Ecco cosa ne pensano le nostre lettrici e i nostri lettori!
Il ruolo educativo
“Dalla parte delle bambine” ha messo in discussione comportamenti così intrinsechi che ho impiegato qualche tempo per metabolizzarli tutti (ad esempio: col bambino giochi con i piedi con la bambina la palla la lanci con le mani). Mi ha aperto gli occhi e mi ha dato nuovi punti di partenza per riflettere sui comportamenti adottati! Quando ho letto il libro pensavo già che i bambini dovevano poter giocare in maniera eguale… ma nonostante questo ho adottato io stessa delle differenze dì genere nel comportamento, senza accorgermene. è stato illuminante! [ Stefania ]
Quello di Elena Gianini Belotti è un libro che andrebbe consegnato a ogni insegnante, regalato ai genitori, letto da tutti. Perché stare dalla parte delle bambine non è schierarsi stupidamente e fare il tifo per le ragazze, ma attivarsi perché tutti possano crescere liberi, ragazzi e ragazze, di essere se stessi, di fare danza classica o andare a cavallo, di imparare il tombolo o andare a pescare, di sognare il cosmo e i viaggi oppure una casa in campagna e un recinto con le galline. [ Valeria nel suo blog Au vent Mauvais ]
Secondo me entrambi i libri sono molto preziosi e importanti: il primo più per raccontare il suo tempo (visto che per alcune osservazioni e modi di pensare è ormai desueto), il secondo per la sua importanza nella storia odierna. Entrambe le autrici hanno fatto un lavoro analitico e a volte spietato: confesso che avevo già provato a leggerli nella mia vita, ma avevo mollato dalla rabbia. Entrambi punti cardine del femminismo, della sociologia e della psicologia moderna, in modo diverso. [ Kelly ]
“Dalla parte delle bambine” è stato il primo libro femminista che lessi (al primo anno di università) e l’unico libro femminista che al momento mi ha concretamente cambiato la vita… si approccia al tema delle differenze di genere con l’approccio che più preferisco, ossia quello che riconosce entrambi i sessi e tutti i generi come vittime di un insieme di aspettative sociali che precludono il pieno sviluppo della persona, a prescindere dal fatto che questa si riconosca come uomo, donna o altro. E’ un libro che ti offre degli strumenti non per semplicemente indignarsi, bensì per essere più consapevole delle proprie battaglie personali e di quelle altrui. [ Erik ]
In “Dalla parte delle bambine” mi ha fatto molto effetto la parte sull’allattamento: non avevo mai considerato che sin dalla primissima infanzia ci potessero essere degli atteggiamenti così differenti nei confronti di bambini e bambine. [ Phi ]
“Ancora dalla parte delle bambine” è dimostrabile a se stessi in qualunque momento: dopo averlo letto ricordo di aver attraversato il corridoio dedicato, in un negozio della grande distribuzione, ai giocattoli ed essere rimasta sconvolta nel notare effettivamente la genderizzazione eccessiva. Nello specifico fanno impressione i colori: da una parte tutto rosa e dall’altra giallo, blu e rosso. [ Paola ]
Non li ho tenuti per me e li ho voluti passare. Mi sembra una lettura obbligata, per chi ha figli e figlie, per chi non li ha. Come si costruisce la società ancora prima della nascita di chi la abiterà, le differenze, gli obblighi legate al genere, le ingiustizie reciproche. Non conoscevo questi libri, ma li sto consigliando fortemente a tutte le persone con le quali parlo. [ Marta ]
Cosa non ci è piaciuto
“Dalla parte delle bambine” e “Ancora dalla parte delle bambine” mi hanno fatto uno strano e allo stesso tempo meraviglioso effetto: non mi bastano più. Il libro della Belotti è secondo me invecchiato male ed è migliore come testimonianza di un’epoca che come saggio attuale. Linguaggi e soprattutto prese di posizione così polarizzate risentono di una stagione culturale ben precisa, ma non si adattano alla realtà odierna (e probabilmente non descrivevano neanche la società di allora). Del libro di Lipperini ho trovato fastidiose molte ipersemplificazioni (quella sui Disturbi del Comportamento Alimentare, per esempio). Quando lo lessi la prima volta le avevo notato, non mi avevano così annoiato. Segno, forse, che non rientro più io nel pubblico di riferimento per quel libro. [ Beatrice ]
Dalla parte di bambine: certamente un saggio utile contestualizzato nel suo momento storico di scrittura. Ad oggi saggio passato. Inoltre la figura dell’insegnante donna viene “maltrattata”dalla prima all’ultima pagina, lasciandomi una certa amarezza e incomprensione sul perché di tale accanimento. Riflessioni certamente avanti per l’epoca. Ad oggi sono dati di fatto accettati in maniera univoca. Ancora dalla parte delle bambine: è stata una lettura interessante che però ha mostrato solo la parte negativa dello strumento web senza dare la possibilità nella svolta di una impostazione culturale in materia di web. I dati statistici analizzati sono stati presi soprattutto da contesti culturali stranieri, per molti versi difformi dalla realtà italiana. [ Francesca ]
Le nostre citazioni preferite
Se ogni figlio fosse visto come un individuo unico, provvisto di potenzialità proprie e al quale offrire il massimo per aiutarlo a svilupparsi nella Sua direzione, la questione del sesso perderebbe automaticamente importanza
Il maschio spacca tutto è accettato, la femmina no. La sua aggressività, la sua curiosità, la sua vitalità spaventano e così vengono messe in atto tutte le tecniche possibili per indurla a modificare il suo comportamento
Nel pendolo oscillante fra volgarità e neopuritanesimo, sembra essersi persa ogni traccia del concetto di individuo giudicabile per la propria storia e non per la propria appartenenza sessuale
restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene