“Da quando la maternità è un obbligo?”
“Dobbiamo ancora occuparci di cosa pensano gli altri se non vogliamo essere madri?”
“Perché voi che non fate figli sentite il bisogno di giustificarvi?”
Commenti come questi ci arrivano tutte le volte che parliamo di donne che hanno scelto di non essere madri.
Abbiamo raccontato di chi non intende rinunciare all’indipendenza faticosamente conquistata, di chi preferisce dare la priorità alla propria salute e anche di chi i figli li ha fatti ma ora sente di aver rinunciato a se stessa.
Ogni volta c’è chi reagisce con insofferenza a queste testimonianze: ormai le donne – ci scrivono alcune lettrici – non sono più obbligate a essere madri, continuare a parlare di questo tema è superfluo, se non addirittura vittimistico.
Ma è davvero così? I tabù sulla maternità sono superati?
L’abbiamo chiesto a Marilisa Piga, che con Nicoletta Nesler ha realizzato il progetto “Lunàdigas. Ovvero delle donne senza figli“, nato come documentario e diventato da poco un film che sta girando l’Italia. Un intreccio di storie e di vite, in cui donne note e meno note – da Margherita Hack a Veronica Pivetti, da Lidia Menapace a Melissa P -raccontano perché non hanno avuto figli, ognuna con la sua esperienza, diversa e unica.
Marilisa, c’è davvero ancora la necessità di parlare di donne senza figli?
I pregiudizi su noi donne che non siamo madri sono ancora forti. Certo, alcune cose sono cambiate: un tempo se non volevi bambini dovevi fingere di non poterne avere o dovevi rinunciare a un marito. Ora non averne è ammesso, c’è molta più assertività e autodeterminazione, ma i cliché, i commenti e i suggerimenti non richiesti, sono sempre gli stessi.
Qualche esempio?
“Sei arida”, “Te ne pentirai”, “Non vuoi rinunciare a nulla”, “Non sei generosa”, “Non vuoi che il tuo fisico cambi”. Io stessa mi son sentita dire queste cose dalle amiche. Il pregiudizio più diffuso è: “Sei egoista”, ma tante volte si è molto più egoisti nel voler fare figli a tutti i costi. In generale, persiste l’idea che se una donna decide di non fare figli, giusta giusta non è. Infatti non esiste un termine in italiano che la definisca senza una negazione: “senza figli”, “non madre”, “maternità mancata”, sono tutte espressioni che comunicano una privazione. Per questo abbiamo introdotto un nuovo termine per definirci: lunàdigas.
Che cosa significa “lunàdigas”?
In sardo si chiamano lunàdigas, lunatiche, le pecore che non fanno figli. Per i pastori sono un problema, perché non producono. Così come tante non madri, che vengono accusate di produrre solo per se stesse e per questo giudicate egoiste. Noi ci siamo riappropriate di questa parola, anche in chiave autoironica, e ci fa molto piacere che altre donne se ne stiano appropriando a loro volta per definirsi. In tante ci hanno scritto per dirci che dopo aver conosciuto il nostro progetto si sono sentite meno sole nella loro scelta.
Secondo te gli uomini che non hanno figli soffrono gli stessi pregiudizi?
Il modo in cui gli uomini vivono questa situazione è differente. Ne abbiamo intervistato diversi, ma quasi tutti non ragionano su se stessi quando si parla di figli: in qualche modo rimandano la questione alla compagna. La paternità per loro non sembra essere un desiderio solo maschile, ma più che altro di coppia. Forse perché avere figli viene ancora considerato un incarico prevalentemente femminile e l’uomo non sente il bisogno di essere padre per sentirsi completo o un “vero uomo”, come accade invece spesso per le donne. In ogni caso, agli uomini non viene chiesto: “Come mai non hai ancora figli?”. Dall’altra, però, un uomo solo o una coppia omosessuale devono darsi da fare molto più delle donne per avere dei bambini.
Sei favorevole alla maternità surrogata?
Non sono contraria, ma non deve diventare una forma di ricatto economico per le donne che si prestano a questa pratica. Ci vorrebbe una regolarizzazione.
Insomma, il dibattito sulla scelta di fare figli o meno sembra essere ancora aperto…
Il futuro del progetto Lunàdigas sarà dare voce sul tema della maternità alle donne di culture diverse dalla nostra. Un altro tema che mi interessa approfondire è quello delle madri pentite: sono sempre esistite, ma è una novità che se ne stia iniziando a parlare. Sono più diffuse di quanto non si creda, ma i pregiudizi sono troppo forti ed è difficile che si espongano. A differenza delle lunàdigas, che ormai non si nascondono più.