Chi è: Nelly Roussel, attivista femminista e anarchica francese, nata a Parigi il 5 Gennaio 1878.
Cosa ha fatto: è stata un’adepta del neo-malthusianesimo, una teoria che fa riferimento a Thomas Robert Malthus e afferma la necessità del controllo e della limitazione del numero delle nascite mediante pratiche anticoncezionali. La sua propaganda le creò notevoli difficoltà: nel 1907, il giornale L’Autorité attaccò il neo-malthusianesimo e si rifiutò di pubblicare una sua lettera in cui confutava il contenuto dell’articolo. Interpellò per questo la magistratura, che però diede ragione al giornale: nella sentenza, l’operato di Nelly Roussel veniva criticato perché promotore di concetti che invitavano “non ad astenersi dai godimenti sessuali, ma a ricercarli prendendo le precauzioni necessarie a evitare la procreazione”, e pertanto era una teoria immorale e antisociale, la cui pratica arresterebbe il progresso dell’umanità”. Roussel collaborò al giornale Voix des femmes, fondato nel 1917: intraprese una campagna di propaganda femminista in riunioni pubbliche. In una di queste, nel 1921, denunciò “l’infame Codice civile” napoleonico che aveva sancito la minorità delle donne nella famiglia e nella società. Morì prematuramente e non le fu possibile realizzare il Fronte unico delle donne, l’organizzazione femminista interclassista da lei progettata, per portare avanti le lotte cui aveva dedicato tutta la vita.
Perché è “pasionaria”: è stata una delle prime donne europee a rivendicare pubblicamente il diritto delle donne a disporre del proprio corpo, chiedendo una politica di controllo delle nascite mediante l’uso dei contraccettivi, che erano vietati dal governo francese con una legge approvata nel 1920, e il diritto ad abortire secondo il programma avanzato dal movimento neo-malthusiano, che sosteneva l’emancipazione sociale attraverso al riduzione della natalità. Si è battuta per modificare l’immagine tradizionale della donna, tenendo conferenze e scrivendo articoli in numerose riviste. Ha proposto l’immagine di una donna attiva, sportiva, professionalmente realizzata, contrapposta all’eterno femminino, propagandato dall’ideologia borghese – che è in realtà la figura di una eterna sacrificata, come recita il titolo del suo libro L’Éternelle sacrifiée.