fbpx

Multitasking: perché per le donne è solo una fregatura

Tempo fa mi sono imbattuta più volte su Facebook in un’immagine che invitava a rispettare le donne, ritraendone una intenta contemporaneamente a badare al proprio bambino, spazzare per terra, lavare, cucinare, lavare i panni e stirare:

respect

Nella vignetta non è incluso alcun cenno di lavoro extra-domestico, quasi come se non ci fosse spazio per nient’altro che i doveri di casa nella vita di una donna, rappresentata come una dea Kālī dei nostri giorni, una supereroina il cui potere è quello di essere multitasking.

L’idea del multitasking è un concetto considerato dai più positivo. Molte donne – tra cui quelle che hanno condiviso con orgoglio questa immagine – la ritengono una capacità gratificante, perché in grado di esaltare la loro efficacia nel saper stare dietro a tutto, a volte nello stesso momento.

E qui si nasconde l’enorme fregatura.

Quella che viene dipinta come una qualità, è in realtà una rappresentazione della pretesa che le donne, dato che possono, debbano essere multitasking.

Una rappresentazione che porta molte donne a confrontarsi con l’ansia da prestazione di essere forti e in gamba in ogni aspetto della propria vita, di saper essere contemporaneamente ottime massaie, fantastiche educatrici della prole e magari produrre del reddito, perché non sia mai che una donna moderna ed emancipata possa fare la mantenuta.

Tutto questo ovviamente rimanendo belle, magre e sessualmente desiderabili.

Un controverso spot pubblicitario di una casa di moda italiana, diffuso qualche mese fa, sposava in pieno questa idea distorta e carica di aspettative e cercava di propinarci quanto sia figo essere donne forti e dinamiche, alle prese con i mille impegni della quotidianità, ma naturalmente bellissime e allegre fino alla fine, leggere vispe terese del ventunesimo secolo.

Questa idea, veicolata in modo meno chic e patinato dall’immagine circolata su Facebook di cui sopra, nasconde, invece, delle insidie per ogni donna.

La valorizzazione della capacità femminile di essere multitasking, ad esempio, sancisce che, tutto sommato, non è poi così ingiusto che ci sia ancora così tanto sbilanciamento nella gestione domestica, perché le donne sono in grado di fare tutto e bene.

Lo dimostra il fatto che quando ho espresso il mio disappunto per l’immagine, ho ricevuto un commento che mi ha colpito molto. “Per te è diverso! Cristiano è un bravo marito e cooperate molto!”, mi ha scritto una mia conoscente, sottolineando che in fondo mi era “andata bene”.

Questo corrisponde a verità: mio marito mi aiuta nei lavori domestici. Tuttavia, la nostra interscambiabilità nella gestione della casa non è frutto di “fortuna” per aver trovato un “bravo marito”, ma di una negoziazione avvenuta all’inizio della nostra convivenza.

Misi subito in chiaro che volevo costruire una quotidianità priva di squilibri e che avrei preteso un contributo equivalente al mio nell’organizzazione della gestione domestica. Cristiano mi è venuto incontro perché è giusto, e non solo perché lui “è bravo”.

Non si tratta di concessioni, ma di legittimità.

"Perché, sarei lusingata di mettere di nuovo i miei bisogni all'ultimo posto" - Immagine di Anne Taintor
“Perché, sarei lusingata di mettere di nuovo i miei bisogni all’ultimo posto” – Immagine di Anne Taintor