Se siete delle nostalgiche di Sex and the city perché vi mancano tutti quei piccanti spunti sul sesso che le protagoniste ci regalavano ad ogni puntata, tenetevi forte: in Italia abbiamo una sex blogger che vi farà dimenticare Carrie Bradshaw. Si chiama Valentina Maran, ha 38 anni, scrive di vibratori, orgasmi e dintorni su Elle ed è una di noi.
Altro che aperitivi snob e shopping sfrenato: Valentina ha un marito, una figlia di 4 anni e uno di un anno e mezzo, nonché un lavoro a tempo pieno come copywriter pubblicitaria. Ma è anche una fan del burlesque e si diverte a provare giocattoli erotici sempre nuovi, che tiene in bella mostra in camera da letto.
Soprese? Non è finita qua: Valentina è pure una femminista dichiarata, che ci aiuta a sfatare lo stereotipo secondo cui chi ha cuore i diritti delle donne è bigotta, zitella e sessualmente frustrata.
Io mi sono innamorata di lei leggendo il suo blog personale, Uomo che mi lava (che è anche il titolo del suo romanzo erotico uscito per Piemme nel 2006), in cui sostiene che fare bambini dovrebbe essere proibito per legge, rivendica il diritto ad avere i capelli cortissimi e racconta la sua battaglia per l’epidurale.
Potevo non intervistarla quando ho avuto l’occasione di incontrarla di persona?
Cosa significa essere sex blogger nella vita di tutti i giorni?
Non è una cosa che viene presa alla leggera. Soprattutto all’inizio mi è capitato spesso che mi dessero della “troia”. Ora molto meno, le cose sono migliorate. Mi scrivono tante persone, soprattutto donne, spinte dalla curiosità, ma anche gli uomini mi chiedono consigli. Ad esempio che sex toys possono proporre alla fidanzata senza che lei si offenda.
Pensi che le donne abbiano ancora molti limiti in merito al sesso?
Culturalmente le donne pretendono ancora poco per loro stesse e per il loro piacere. Viene diffuso un senso generale di vergogna. In televisione, ad esempio, non si parla mai del nostro piacere, ci viene solo detto che dobbiamo essere delle superfighe, per gli uomini. C’è sempre un ruolo di dipendenza rispetto all’uomo. Ci carichiamo di aspettative su noi stesse, spesso irraggiungibili e questo ci porta a essere insoddisfatte. Ma se non ti piaci sei meno sicura di te stessa e quindi meno libera sotto le lenzuola.
Questo messaggio è spesso veicolato dalla pubblicità: come fai a conciliare il tuo lavoro in questo settore con il tuo femminismo?
Si fa davvero tanta fatica! I direttori creativi sono quasi tutti uomini. Noto con piacere che ora la gente è sempre più sensibilizzata, si fa più casino di prima per le pubblicità sessiste. Ma io negli anni ho fatto delle litigate immani… quando mi sento dire: “Mi raccomando metteteci la solita figa, e che il culo si veda bene”, come posso stare zitta? Oppure quando faccio notare certe cose e mi rispondono: “Che sarà mai?”. Se continuiamo a ragionare così non cambierà mai nulla. Io non posso accettare che mia figlia cresca in un mondo in cui ci sono stereotipi simili.
Come educhi i tuoi figli contro il sessismo?
Discuto tanto con loro. E li faccio giocare con quello che vogliono: mia figlia ha una cucinetta giocattolo e una macchina rosa che usa anche il fratellino. I miei parenti impazziscono! Mi chiedono: “Perché fai usare al bambino le bambole della sorella? Viene su invertito!”. Io gli rispondo: “E quindi?”. La bambina ora dice di voler fare il lavoro di suo padre, che è falegname: io spero che non la frenino e che si senta libera di fare quello che desidera.
Nel tuo blog personale parli spesso della tua vita di moglie e madre. Com’è una sex blogger in famiglia?
Mio marito è il classico uomo che ha avuto un’educazione maschilista. Ancora oggi non sta dietro ai figli e alle cose di casa, ad esempio. Ma abbiamo fatto un percorso di coppia. Il primo sex toy l’abbiamo provato insieme. Il mio romanzo erotico, però, non l’ha voluto leggere: è geloso. Gli ho detto: “C’è chi fa bene le torte, io scrivo bene di sesso. Che ci posso fare?“.
Pensi che i tuoi figli potrebbero essere turbati da ciò che scrivi?
Non nascondo i miei giocattoli erotici, sono nella camera da letto, i miei figli ci giocano. Io mi auguro che abbiano un rapporto molto aperto col sesso. Tanto lo faranno comunque: se crescono con un senso di colpa nei confronti della sessualità, poi finisce che non ne capiscono il vero valore, che è la consapevolezza del piacere.
Dai un consiglio a tutte le donne che non l’hanno ancora trovata…
La parola chiave è pretendere: a letto non bisogna dare per scontato di essere al secondo posto. Se una persona non ci dà quello che vogliamo non siamo costrette a restarci. Il piacere è un diritto: bisogna godersela!