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Care pasionarie,
da anni soffro di emicrania cronica e ho sempre avuto, da che io ricordi, grandi difficoltà a respirare con il naso. Solo di recente ho scoperto di avere il setto deviato e i turbinati ipertrofici, così sperando nel miglioramento delle mie condizioni di salute, mi sono sottoposta ad un intervento chirurgico.
Qualche giorno fa sono uscita da sola per la prima volta dopo l’operazione. Durante la mia passeggiata ho incontrato due conoscenti che, dopo essersi informate sulle mie condizioni di salute, mi hanno rassicurata dicendo che, sì, magari starò male ancora per un po’, ma quando mi sgonfierò e toglierò le garze avrò un naso bellissimo.
Allora, come mi è già capitato innumerevoli volte in queste ultime settimane, ho dovuto far notare che non mi sono sottoposta ad una rinoplastica, quindi il mio naso sarà esattamente come prima, con l’unica differenza che potrà essere utilizzato per l’uso per cui è stato concepito (news dell’ultimo minuto: per funzionare, non per essere una cosa carina in mezzo alla faccia).
Ebbene sì, il mio naso era aquilino e continuerà ad esserlo perché, udite udite, ho avuto la possibilità di finire sotto i ferri e non l’ho sfruttata per la chirurgia estetica. Non avrò un viso bellissimo, ma la mia salute migliorerà di molto e mi sembra inaudito che il primo augurio degli amici non sia questo!
Ho deluso le aspettative di tante persone che conosco, me ne rendo conto: quasi tutti, infatti, si sono sentiti in dovere di comunicarmi che la figlia della parrucchiera della cognata del loro macellaio era stata operata al setto nasale e, già che c’era, aveva chiesto anche una limatina, “tanto te la fanno, non costa molto”, “visto che sono lì, mica ti dicono di no”, “ne vale la pena”, “io fossi in te lo farei”, “almeno fai tutto in una volta”. E invece no.
Ho passato tutta la vita a vergognarmi del mio naso, a evitare come la peste le foto di profilo, a coltivare e rimirare il sogno di un intervento per rendere il mio viso più armonioso e a pensare che chi mi faceva commenti sgradevoli e battutine infantili fosse nel giusto, poi mi sono stufata. Non ho nemmeno considerato una rinoplastica per una serie di motivi: innanzitutto la spesa aggiuntiva – e, diciamocelo, superflua – che i miei genitori avrebbero dovuto affrontare, il rifiuto di un post-operatorio ancora più doloroso, e, soprattutto, la consapevolezza di non averne affatto bisogno.
Ho un setto raddrizzato e delle narici in grado di svolgere il loro compito, è possibile che io mi trovi ad un punto di svolta per quanto riguarda l’emicrania cronica e in questo momento non potrei essere più felice di avere il naso che ho.
Quindi, sì, avevo un naso aquilino e sono fiera di averlo ancora.
Giulietta D.L.
Cara Giulietta,
innanzitutto grazie per aver condiviso la tua esperienza con noi e con tutta la comunità di Pasionaria!
Un applauso e un grande abbraccio da parte di tutta la redazione per la forza con cui hai risposto a chi dava per scontato che ti fossi sottoposta (anche) a un intervento di chirurgia estetica. È l’ennesima dimostrazione di quanto, purtroppo, nel nostro paese sia diffuso il sentire comune che una donna valga solo per il suo aspetto estetico (che deve conformarsi a quello che la società si aspetta) e che prima di tutto tenga solo a quello.
Quella che ci racconti tu, cara Giulietta, non è solo una storia di ordinario sessismo, ma anche e soprattutto una bellissima storia di autodeterminazione: non mi sono fatta rifare il naso, perché non ne avevo bisogno. Hai imparato (ed è coraggioso dire anche questo) ad amarti così come sei, anche se non è stato sempre facile: ci racconti un percorso che è il percorso di tutte e tutti, ma che non sempre arriva a compimento. Per te sì, brava!
E allora grazie ancora una volta, Giulietta, per avercela raccontata e speriamo che la tua storia incoraggi altre persone!