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Cara Pasionaria,
mi chiamo Enrica e sono una ragazza di 25 anni che per caso è venuta a conoscenza di questo sito attraverso una vostra passata rassegna stampa. Sono felice di aver letto della petizione rivolta alle aziende di trasporto di Roma e Milano per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle molestie subite dalle donne sui mezzi pubblici, e sono stata ancora più felice di firmare.
Vorrei condividere una riflessione su questo argomento.
Come credo a molte di voi, mi è capitato di subire molestie di tipo sessuale su un autobus. Quella di cui voglio raccontare non è una molestia di tipo fisico, ma verbale. Un giorno, mentre viaggiavo in un bus piccolo e affollato, mi è capitato di stare in piedi di fronte a un signore di mezza età. Aveva dei dubbi sul percorso perciò gli ho dato delle informazioni. Beh, mai l’avessi fatto!
Da quel momento ha iniziato ad avere strani comportamenti nei miei riguardi, a fare complimenti sul mio aspetto fisico e sulla mia “avvenenza”, a chiedermi quante volte e in quali giorni prendessi l’autobus e se avessi voglia di seguirlo dove stava andando lui. Io son riuscita a rispondere solo con dei sorrisi imbarazzati e con dei pazienti e timidi “no, grazie”, sorprendendomi del mio stesso comportamento.
Quando sono scesa dal mezzo mi sono sentita soffocare per quei commenti che non avrei mai voluto ricevere e, soprattutto, mi sono sentita in colpa. No, non ce l’avevo col mondo o col molestatore in questione, ma con me stessa. Perché avrei potuto reagire, rispondere, urlare, scendere a una fermata anche se non era la mia, e invece mi sono ritrovata ad assumere un comportamento passivo, quasi “accettando” quel sopruso come normale.
Solo in seguito ho capito che avevo agito così non per accettazione, ma solo per paura. Perchè è questo che fa una persona quando ha paura: si immobilizza.
In base a questa esperienza mi chiedo: è la società ad avermi inculcato questa sensazione terribile di colpa che ho provato? Come me, anche altre ragazze che hanno subito molestie (anche solo verbali) hanno provato una vergogna inspiegabile per essersi sentite impotenti o immobilizzate dalla paura?
Scommetto che la risposta è un doppio sì.
Enrica
Cara Enrica,
le molestie verbali vengono spesso minimizzate e sottovalutate da molti, ma chi ha avuto la sfortuna di subirle sa bene quanto possono ferire e lasciare il segno. Probabilmente sono il tipo di abuso che le donne sono costrette più spesso a sopportare, dalle battutine fino agli insulti.
Son così diffuse che quasi sempre la nostra reazione spontanea è quella di girarci dall’altra parte e ingoiare il rospo. A volte riusciamo a passarci sopra, ma più spesso quello che proviamo sono gli stessi sentimenti che hai descritto nella tua lettera: rabbia per l’umiliazione in pubblico e per non aver reagito, magari con una battuta a tono capace di zittire il molestatore di turno.
Ma le tue conclusioni possono essere d’aiuto a chiunque si trovi in situazioni simili: non ci si può sentire in colpa per avere paura, paura di essere aggredite o ulteriormente umiliate. Non ci si può sentire in colpa per aver subito un torto. Come scrivevamo anche qua alla nostra lettrice vittima di bullismo, la responsabilità di una violenza, anche verbale, è solo ed esclusivamente di chi la compie.
Grazie per aver condiviso la tua storia con noi, un abbraccio.
Immagine tratta dal video “Report it to stop it” della polizia inglese