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Le ragazze che studiano cambiano il mondo

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Let girls learn“: permettete alle ragazze di studiare. E’ questo il titolo della campagna lanciata qualche settimana fa dalla first lady degli Stati Uniti Michelle Obama con la Banca Mondiale, che ha stanziato ben 2 miliardi e mezzo di dollari per sostenere l’istruzione delle ragazze dai 12 ai 17 anni nei paesi in via di sviluppo.

Perché è così importante far studiare le donne?

Il 17% della popolazione mondiale non sa né leggere né scrivere e due terzi degli analfabeti sono donne: si parla di 493 milioni di persone. Secondo l’Unicef, dei circa 121 milioni di bambini che non hanno mai avuto la possibilità di andare a scuola, oltre 60 milioni (circa il 54%) sono bambine.

Secondo la Banca Mondiale “se vogliamo promuovere lo sviluppo a livello mondiale, l’istruzione femminile è vitale” perché “se metà della popolazione è sottovalutata, abusata od oppressa non c’è sviluppo”. E non solo in termini economici.

Le ragazze che non studiano diventano spose bambine

In tutto il mondo e in particolare nei paesi in via di sviluppo, sono le bambine ad essere incaricate delle mansioni domestiche. Sono di grande aiuto in famiglia e per questo i genitori preferiscono mandare a scuola solo i maschi.

Quando crescono le giovani donne senza istruzione non trovano lavoro e quindi, per non gravare troppo sull’economia familiare, spesso vengono costrette a matrimoni precoci. Secondo un rapporto di Aidos (l’Associazione italiana donne per lo sviluppo), sarebbero infatti 20mila al giorno le ragazzine al di sotto dei 18 anni che diventano madri nei Paesi dei sud del mondo.

Le giovani sotto i 15 anni che partoriscono ogni anno sono 2 milioni su un totale di 7,3 milioni di madri adolescenti; se questo trend proseguirà, si prevede che il numero di madri al di sotto dei 15 anni salirà a 3 milioni nel 2030.

Le ragazze che non studiano sono più vulnerabili

Secondo l’Unicef le donne che hanno ricevuto un’istruzione tendono a evitare gravidanze precoci e comportamenti a rischio di contagio di malattie sessualmente trasmissibili, anche perché un’aula, in certi contesti, è spesso l’unico luogo sicuro per una ragazza adolescente: la scuola permette loro di essere più protette da episodi di violenza e sfruttamento.

Studiare ha anche ripercussioni positive sul futuro dei figli. Le donne istruite, infatti, hanno maggior controllo sulla propria vita sessuale e sulla pianificazione delle nascite: famiglie meno numerose permettono ai bambini di essere meglio nutriti e curati, perché le mamme sono più informate e meno oberate da gravidanze e carico di lavoro familiare.

Le ragazze istruite lottano per i propri diritti

Tante donne che hanno superato molti ostacoli e difficoltà per riuscire a studiare, hanno usato la loro formazione per far sentire la propria voce e raccontarci le ingiustizie subite.

Come Hauwa Ibrahim, prima avvocata della Nigeria e vincitrice nel 2005 del premio Sacharov per la libertà di pensiero, che difende i diritti delle persone analfabete che altrimenti non avrebbero accesso alla giustizia: molte di loro sono donne condannate a morte con l’accusa di adulterio.

O come la giovane pakistana Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace: gli estremisti talebani hanno tentato di ucciderla quando aveva solo 15 anni proprio per il suo impegno a favore dell’istruzione delle bambine. Oggi con la sua fondazione continua a battersi per il diritto allo studio delle ragazze in tutto il mondo:

Potrò sembrarvi solo una ragazza, una sola persona, per di più alta neanche un metro e sessanta coi tacchi. Ma non sono una voce solitaria: io sono tante voci. Sono Shazia. Sono Kainat Riaz. Sono Kainat Somro. Sono Mezon. Sono Amina. Sono quei 66 milioni di ragazze che non possono andare a scuola.