Quando abbiamo iniziato ad aver paura di dire no?
Avete presente quel periodo della vostra infanzia in cui è fisiologico il momento del no?
È incredibile come una parolina così semplice in un periodo della nostra vita sia di fondamentale importanza per la nostra crescita, mentre da adulte diventa quasi un tabù da pronunciare.
Rimaniamo ingabbiate dai “se” e dai “ma” che potrebbero irrimediabilmente rovinare le nostre vite. Ci immaginiamo degli scenari apocalittici, una lettera scarlatta che campeggerebbe sul nostro petto per sempre.
Perché diciamocela tutta, la società ci rema contro, e pure alla grande.
Fin da piccole quante di noi hanno sentito il mantra “fai la brava bambina”, oppure “le brave bambine non si comportano così, le brave bambine sono sempre gentili, accondiscendenti, premurose”?
Insomma, vogliamo essere dannatamente oneste?
Ci hanno fregato, magari inconsapevolmente, ma hanno piano piano iniziato a scavare dei retaggi culturali fortissimi a cui poi rimaniamo terribilmente legate.
Però, e finalmente c’è questo però, essere se stesse nella vita è assolutamente possibile, e per riuscirci non dobbiamo aspettare niente e nessuno.
Nessuna zucca trasformata in carrozza: dobbiamo partire da noi, dal nostro quotidiano, trovando un modo che ci faccia stare bene, imparando a relazionarci in maniera equilibrata con gli altri.
Anche a costo di dire no (adesso può partire l’inno alla gioia di Beethoven).
Darci il permesso di essere noi stesse (escludiamo casi eclatanti come Hannibal Lecter, il cui essere se stesso era vagamente d’impiccio per la società) ci permette di coltivare relazioni più sane, meno inquinate da dinamiche di sudditanza psicologica.
Annullarci di fronte all’altro genera talmente tanta negatività e stanchezza che prima o poi arriverà il temibile conto da pagare, soprattutto in termini di salute psicologica.
Che fare dunque?
Legittimiamoci! Riconosciamo i nostri bisogni, le nostre emozioni, le nostre necessità.
Basta con la convinzione totalmente errata che essere accondiscendenti ci faciliti con qualunque essere vivente.
La verità è che abbiamo paura di non essere accettate, paura di non essere mai abbastanza. Ma la paura in questi casi è una cattiva consigliera, ci costringe all’angolo non facendoci sperimentare l’opportunità di sentirci vive nelle nostre sfide quotidiane!
Iniziare una piccola rivoluzione è possibile: imparare l’autoaffermazione, avendo il coraggio di essere se stesse è una missione che tutte noi dovremmo compiere con pazienza e determinazione.
No, non è facile, mentirei se dicessi il contrario, ma non è impossibile.
Quindi mie care ragazze, pronte ad ampliare le vostre prospettive, anche dicendo qualche no?