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Le femministe afghane: «Alzeremo ancora più forte la nostra voce»

Traduzione integrale dell'ultimo comunicato di Rawa, l'associazione delle donne ribelli afghane, all'indomani del ritorno dei talebani. «Il disumano impero militare degli Stati Uniti non è soltanto il nemico del popolo afghano, ma la più grande minaccia per la pace mondiale»

Immagine dalla pagina Facebook della associazione Rawa

Dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan e il violento ritorno al potere dei talebani, nei media e nei social italiani non si fa che parlare di donne afghane con uno sguardo paternalista e colonialista.

C’è chi le descrive come vittime incapaci di difendersi, chi è convinto che con l’occupazione militare statunitense si considerassero libere, chi inveisce con islamofobia contro la religione che loro stesse professano.

Insomma, come al solito in Occidente parliamo, dall’alto di un piedistallo che ci siamo costruiti da soli, di contesti e situazioni che non conosciamo, ergendoci a giudici della cultura e della storia altrui, senza considerare che queste tragedie in quelle e altre terre colonizzate, sono le conseguenze della violenza della nostra cultura e della nostra storia.

Ciò che dovremmo fare, da alleate e alleatx, è invece ascoltare la voce delle donne afghane senza proiettare su di loro rivendicazioni e narrazioni che non gli appartengono.

Per questo abbiamo chiesto alla associazione femminista afghana RAWA (Rebel Afghanistan Women Association) di poter tradurre un loro comunicato del 20 agosto 2021, diffuso sul sito della Afghan Women’s Mission (Missione delle donne afghane) che collabora con loro dal 2000.

 

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Rawa risponde alla presa di potere talebana

«Afghan Women’s Mission ha contattato Rawa per chiedere quali siano i loro bisogni durante questa emergenza. In questo breve botta e risposta con la co-direttrice di Afghan Women’s Mission, Sonali Kolhakyar, RAWA spiega come si stia evolvendo la situazione sulla base di ciò che possono osservare. Clicca qui per fare una donazione a Rawa.

Sonali Kolhaktar: Per anni Rawa ha criticato l’occupazione statunitense e ora che è finita, i Talebani sono tornati. Il presidente Biden avrebbe potuto ritirare le forze statunitensi in modo da lasciare l’Afghanistan in una situazione più sicura di adesso? Avremmo potuto fare di più per assicurarci che i Talebani non fossero in grado di riprendere il potere così velocemente?

RAWA: Negli ultimi 20 anni, una delle nostre richieste era di porre fine all’occupazione da parte degli Usa e della Nato e, ancora meglio, che queste forze portassero via con sé i loro fondamentalisti islamici e i loro tecnocrati e che permettessero al nostro popolo di decidere del proprio destino.

Questa occupazione ha provocato soltanto spargimenti di sangue, distruzione e caos. Le forze di occupazione hanno trasformato il nostro paese in un posto  corrotto, instabile, governato dal narcotraffico e pericoloso, soprattutto per le donne.

Questo finale era prevedibile fin dall’inizio. L’11 ottobre 2001, primo giorno dell’occupazione statunitense in Afghanistan, Rawa dichiarò:

“Il prolungarsi degli attacchi statunitensi e la crescita del numero di civili innocenti non solo fornisce un pretesto ai Talebani, ma sarà anche la causa del rafforzamento delle forze fondamentaliste nella regione e anche nel mondo.”

La ragione principale per la quale eravamo contrarie a questa occupazione era che gli Stati Uniti sostenevano il terrorismo sotto la bandiera accettabile della “guerra al terrore”.

Dai primi giorni, quando i saccheggiatori e gli assassini dell’Alleanza del Nord salirono al potere nel 2002, fino agli ultimi cosiddetti “colloqui di pace”, agli scambi e accordi di Doha e alla liberazione di 5mila terroristi dalle prigioni tra il 2020 e il 2021, era assolutamente ovvio che anche il ritiro delle truppe statunitensi non sarebbe finito bene.

Il Pentagono dimostra che niente della strategia dell’invasione e dell’ingerenza è andato a buon fine. Tutti i poteri imperialisti invadono gli altri paesi per i loro interessi strategici, politici ed economici, ma attraverso le bugie e il potere dei media allineati cercano di nascondere i loro reali motivi e i loro fini.

È una presa in giro dire che valori come i “diritti delle donne”, “la democrazia”, “la costruzione della nazione” erano parte degli scopi degli Stati Uniti e della Nato in Afghanistan! Gli Stati Uniti stavano in Afghanistan per destabilizzare la regione e foraggiare il terrorismo per circondare le loro potenze rivali, soprattutto la Cina e la Russia, danneggiando le economie di questi ultimi due paesi attraverso guerre locali.

Tuttavia  il governo statunitense non voleva di certo un’uscita così disastrosa, vergognosa e imbarazzante che ha lasciato una tale confusione da obbligarlo a inviare nuovamente le truppe quarantotto ore dopo per controllare l’aeroporto ed evacuare dal paese i diplomatici e il loro staff in modo sicuro.

Crediamo che gli Stati Uniti abbiano lasciato l’Afghanistan a causa delle proprie debolezze, non perché sconfitti dalle loro stesse creature (i Talebani). Ci sono due motivazioni significative per il ritiro delle truppe.

La ragione principale è la sfaccettata crisi interna negli Stati Uniti. I segni del declino del sistema statunitense si sono visti chiaramente nella debole risposta alla pandemia da Covid-19, nell’attacco al Campidoglio e nelle grandi dimostrazioni di piazza degli ultimi anni. I governanti sono stati costretti a ritirare le truppe per concentrarsi sui problemi interni.

La seconda causa è che quella in Afghanistan è stata una guerra straordinariamente cara, i cui costi sono arrivati fino a trilioni di dollari, tutti presi dalle tasche dei contribuenti. Questo fatto ha messo una pressione economica tale sugli Stati Uniti che sono stati costretti a lasciare l’Afghanistan.

Le politiche guerrafondaie dimostrano che il loro scopo non è mai stato rendere l’Afghanistan un posto più sicuro, figuriamoci adesso che se ne stanno andando. Inoltre, sapevano che il loro ritiro sarebbe stato caotico, eppure hanno proseguito e l’hanno completato.

Ora l’Afghanistan è nuovamente sotto i riflettori poiché i Talebani sono al potere, ma la realtà è che la situazione è la stessa da venti anni e ogni giorno centinaia di nostri connazionali venivano uccisi e la nostra nazione distrutta, ma raramente i media ne davano notizia.

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Immagine dalla pagina Facebook della associazione Rawa

S.K.: I leader dei Talebani stanno dicendo che rispetteranno i diritti delle donne per quanto previsto dalla legge islamica. Alcuni media occidentali stanno dipingendo questa posizione in una luce positiva. I Talebani sono gli stessi di venti anni fa? Pensi che ci sarà un qualche cambiamento nel loro atteggiamento verso i diritti umani e i diritti delle donne?

RAWA: I media allineati stanno solo cercando di mettere sale sulle ferite del nostro popolo devastato; dovrebbero vergognarsi di loro stessi per il modo in cui cercano di presentare i brutali Talebani in modo positivo.

Il portavoce dei Talebani ha dichiarato che non c’è una differenza tra la loro ideologia del 1996 e quella odierna. E ciò che dicono riguardo ai diritti delle donne è la frase esatta usata durante la loro terribile dittatura precedente: applicare la Sharia.

In questi giorni i Talebani hanno dichiarato un’amnistia in tutte le parti dell’Afghanistan e il loro slogan è “la gioia che può portare l’Amnistia, non può procurarla la vendetta”. Ma in realtà stanno uccidendo persone ogni giorno.

Soltanto ieri un ragazzo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in Nangarhar solo perché portava il tricolore afghano invece della bandiera bianca dei Talebani. Hanno fucilato quattro ex ufficiali in Kandahar, arrestato un giovane poeta afghano, Mehran Popal, nella provincia di Herat perché aveva scritto dei post su Facebook contro i Talebani e la sua sorte è ignota alla sua stessa famiglia. Sono solo pochi esempi delle azioni violente dei Talebani nonostante le parole “amichevoli” ed educate del loro portavoce.

Noi crediamo che le loro dichiarazioni siano solo una delle commedie messe in scena dai Talebani e che stiano solo cercando di temporeggiare finché non riusciranno ad organizzarsi. La situazione è cambiata così in fretta e stanno cercando di mettere in piedi le loro strutture di governo, creare il loro servizio segreto e nominare un ministro della Propaganda della Virtù e della Prevenzione del Vizio, che è responsabile del controllo di ogni aspetto anche piccolo della vita quotidiana delle persone, come la lunghezza della barba, il vestiario e che ogni donna abbia un mahram (un accompagnatore uomo che può essere solo un fratello, il marito o il padre).

I Talebani sostengono di non essere contro i diritti delle donne, ma che questi diritti sono quelli previsti all’interno della legge islamica/Sharia. La legge islamica/Sharia è vaga e interpretata in modo differenti dai singoli regimi islamici per giustificare i loro scopi politici e le loro leggi.

Inoltre, i Talebani vorrebbero che l’Occidente li riconoscesse e li ritenesse interlocutori credibili, e tutte queste dichiarazioni sono parte dell’immagine tirata a lucido che si stanno costruendo. Chissà, forse fra qualche mese diranno che ci saranno delle elezioni perché credono nella giustizia e nella democrazia!

Queste farse non cambieranno mai la loro reale natura di fondamentalisti islamici: misogini, disumani, barbarici, reazionari, antidemocratici e antiprogressisti. In una parola, la mentalità talebana non è cambiata e non cambierà mai!

S.K.: Perché l’esercito nazionale afghano e gli Stati Uniti hanno lasciato che il governo si disfacesse così velocemente?

RAWA: Alcune delle ragioni principali sono:

1) Tutto è stato fatto secondo l’accordo che prevedeva di consegnare l’Afghanistan ai Talebani. Il governo degli Stati Uniti, negoziando col Pakistan e con altri attori politici nella regione, ha concordato di formare un governo composto soprattutto da Talebani.

Così i soldati non erano pronti a farsi uccidere in una guerra che sapevano non avrebbe portato alcun vantaggio alla popolazione perché era già stato deciso a porte chiuse di riportare i Talebani al potere. Zalmay Khalizad [diplomatico statunitense di origini afghane, ndr] è odiatissimo tra gli afghani per il suo ruolo di traditore che ha riportato i Talebani al potere.

2) La maggioranza degli afghani comprende bene che la guerra che va avanti nel paese non è la guerra degli afghani e a vantaggio del paese, ma una guerra dichiarata da potenze straniere per i loro interessi strategici e gli afghani sono solo benzina sul fuoco della guerra. La maggioranza dei giovani stanno entrando nell’esercito per sfuggire alla tremenda povertà e alla disoccupazione, dunque non hanno né senso del dovere né senso morale per combattere.

È anche importante ricordare che gli Stati Uniti e l’Occidente hanno provato per 20 anni a far rimanere l’Afghanistan soltanto un mercato (per i beni prodotti in Occidente) e hanno impedito la crescita della produzione industriale locale, Questa situazione ha creato un’ondata di disoccupazione e povertà, aprendo la strada al reclutamento da parte del governo fantoccio, ai Talebani e alla filiera di produzione dell’oppio.

3) Le forze afghane non erano così deboli da essere sconfitte in una sola settimana, ma ricevevano ordini dal palazzo presidenziale di non combattere contro i Talebani e di arrendersi. La maggioranza delle province sono state consegnate in modo pacifico ai Talebani.

4) Il governo fantoccio di Hamid Karzai e Ashraf Ghani ha chiamato per anni i Talebani “fratelli insoddisfatti”, e ha liberato molti dei loro comandanti crudeli e leader dalle prigioni. Chiedere ai soldati afghani di combattere una forza che non è considerata “nemica” ma “fraterna” ha reso i Talebani più audaci e ha  demoralizzato le forze militari afghane.

5) La corruzione si è diffusa nelle forze armate a livelli inediti. Il grande numero di generali  (soprattutto ex signori della guerra appartenenti all’Alleanza del Nord) di stanza a Kabul prendevano milioni di dollari, anche dai fondi per il vitto e il salario dei soldati che combattevano in prima linea. Quello dei “soldati fantasma” era un fenomeno denunciato dal SIGAR [l’ispettorato generale speciale per la ricostruzione dell’Afghanistan del governo degli Stati Uniti, ndr].  Gli alti gradi dell’esercito erano occupati nel riempirsi le tasche, facevano confluire il salario e la razione di migliaia di soldati inesistenti nei loro conti correnti.

6) Ogni volta che le forze armate erano impegnate dai Talebani in una dura lotta, le loro richieste di aiuto erano ignorate da Kabul. In molti casi decine di soldati sono stati massacrati dai Talebani, quando i soldati stessi erano stati lasciati senza munizioni e senza cibo per settimane.

Quindi il numero dei morti nelle forze armate era molto alto. Durante il Forum economico mondiale di Davos (2019), Ashraf Ghani ha confessato che dal 2014, 45mila membri del personale di difesa afghano sono stati uccisi, mentre nello stesso periodo solo 72 persone alle dipendenze degli Stati Uniti e della Nato sono andate incontro allo stesso destino.

7) In generale nella società la corruzione dilagante, l’ingiustizia, la disoccupazione, l’insicurezza, l’incertezza, la frode, l’immensa povertà, la droga e il contrabbando hanno preparato il terreno al ritorno dei Talebani.

Immagine dalla pagina Facebook della associazione Rawa

S.K.: Qual è il modo migliore di aiutare RAWA e il popolo afghano per i cittadini statunitensi?

RAWA: Ci sentiamo fortunate e felici di avere avuto il supporto del popolo statunitense amante della libertà per tutti questi anni. Abbiamo bisogno che gli statunitensi alzino le loro voci e protestino contro le politiche guerrafondaie dei loro governanti e aiutino il rafforzarsi della lotta contro questi barbari in Afghanistan.

La resistenza fa parte della natura umana e la storia ne è testimone. Abbiamo gli esempi gloriosi della lotta statunitense dei movimenti “Occupy Wall Street” e “Black Lives Matter”. Abbiamo visto che nessuna oppressione, nessuna tirannia, nessuna violenza per quanto intense possono fermare la resistenza. Le donne non saranno più ostacolate!

Immediatamente  dopo l’ingresso dei Talebani a Kabul, un gruppo di giovani donne coraggiose ha dipinto dei graffiti sui muri di Kabul con lo slogan “Abbasso i Talebani!”. Le nostre donne sono adesso politicamente coscienti e non vogliono più vivere sotto il burqa, come avevano fatto più facilmente 20 anni fa. Continueremo le nostre battaglie, trovando un modo intelligente di stare al sicuro.

Pensiamo che il disumano impero militare degli Stati Uniti non sia soltanto il nemico del popolo afghano, ma la più grande minaccia per la pace mondiale e che sia la causa della sua instabilità. Ora che il sistema statunitense è in fase di declino, è un dovere per tutti i pacifisti, i progressisti, le persone di sinistra, gli individui che amano la giustizia e i gruppi di intensificare la lotta contro i brutali guerrafondai della Casa Bianca, del Pentagono e del Campidoglio.

La sostituzione di un sistema marcio con un sistema giusto e umano non solo libererà milioni di statunitensi poveri e oppressi, ma avrà un effetto duraturo in ogni angolo del mondo.

Adesso la nostra paura è che il mondo possa dimenticare l’Afghanistan e le donne afghane come è accaduto durante la dittatura talebana a fine anni 90.  Dunque le persone e le istituzioni progressiste degli Stati Uniti non dovrebbero scordarsi delle donne afghane.

Noi alzeremo ancora più forte la nostra voce e continueremo la nostra resistenza e la nostra lotta per la democrazia e i diritti delle donne!».

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Traduzione di Beatrice da Vela con la collaborazione di Giusi Palomba