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Sole, mare e fascismo: un’estate italiana

Fascismo: scritta "Sea sun and fascism" su un muro
I fascistelli diventano anglofoni e Benito si rivolta nella tomba [ dalla pagina Fb di Blocco Studentesco ]
Sessismo, omotransfobia e razzismo non ci hanno dato tregua neanche in vacanza. Sotto il cielo di quest’estate italiana, nel giro del mese e poco più in cui Pasionaria è andata in pausa, si sono susseguite notizie inquietanti.

Mentre dagli Stati Uniti arrivano le spaventose immagini di violenti cortei neonazisti e l’estrema destra strumentalizza il drammatico attentato terroristico di Barcellona, ripassiamo perché c’è bisogno più che mai di agire concretamente contro ogni forma di odio e discriminazione a partire dalla nostra vita quotidiana, tra noi italiani “brava gente”.

Augurare uno stupro è un insulto come un altro

Uno dei primi motivi è che molte persone pensano che augurare a una donna di essere stuprata non sia poi così grave. Tanto da metterci faccia, nome e cognome, come fanno ogni giorno tanti leoni (e leonesse) da tastiera sul profilo Facebook di Laura Boldrini.

Dopo aver denunciato pubblicamente innumerevoli volte le aggressioni verbali ricevute, la presidente della Camera ha annunciato che inizierà a ricorrere alle vie legali. Finalmente, aggiungerei, visto che il tenore dei commenti incriminati va da “sei solo una puttana” a “spero che tutti sti immigrati ti si violentano“.

Se in tanti hanno sostenuto Boldrini lanciando l’hashtag #AdessoBasta, altri, come lo psichiatra da salotto televisivo Alessandro Meluzzi (uno che fa propaganda anti-islamica condividendo tweet sgrammaticati di questo tenore: “Guanatanamo altro che chiuderlo c’è ne vuole uno in ogni nazione europea!”), hanno colto la palla al balzo per farsi un po’ di pubblicità difendendo i violenti.

Il dottor Meluzzi finge di ignorare che incitare alla violenza, non è mai, in nessun caso, critica popolare, ma un’aggressione vera e propria. Il fatto che Boldrini sia una privilegiata o possa essere detestata sul piano politico, non giustifica in alcun modo la violenza verbale.

Perché di questo si tratta: le aggressioni verbali, rivolte a chiunque, rappresentano una vera e propria violenza e minimizzarle non fa altro che alimentare la mentalità tossica che è alla base di ogni violenza fisica, dal bullismo al femminicidio.

Quindi, invece che stracciarci le vesti quando scopriamo che in una sola estate quattro donne sono state uccise (o quasi) nel giro di 48 ore e un’altra è stata ritrovata a pezzi in un cassonetto, magari chiediamoci perché. Da dove nasce tutto questo odio? Come si fa a prevenirlo?

Denunciare e condannare la violenza verbale è il primo passo.

Vietato l’accesso a cani, froci e trans

No, non parliamo della Germania del 1940, ma dell’Italia dell’estate 2017.

Prima una coppia omosessuale di Napoli è stata rifiutata dal proprietario di una casa vacanze in Calabria col messaggio WhatsApp: “Non accettiamo gay e animali”. Poi in una piscina salernitana due giovani ragazzi sono stati rimproverati da un bagnino perché si abbracciavano. Ancora più grave l’episodio capitato a Latina, dove due donne sono state cacciate via a spintoni da un ristorante perché trans.

Un’improvvisa impennata di omotransfobia dovuta al caldo? Certo che no. Il mancato riconoscimento della dignità e dei diritti delle persone Lgbti non è niente di nuovo nel nostro Paese, ciò che è cambiato è la volontà di reagire.

La battaglia portata avanti da decenni, sfociata nella carica inarrestabile dei Pride e nelle manifestazioni che hanno invaso l’Italia per chiedere le unioni civili, è riuscita a sensibilizzare non poco l’opinione pubblica: per quanto denunciare sia sempre una scelta difficile, ora certe discriminazioni appaiono finalmente come intollerabili.

E questa è una bella notizia, ma il lavoro da fare è ancora tantissimo.

Se hai la pelle nera non puoi lavorare in pubblico

Lo pensano in tanti in Italia, a cominciare dal gestore di un ristorante di Cervia che aveva dato lavoro a un cameriere di Milano ma per poi decidere di scaricarlo appena visti i suoi documenti: “Mi spiace, non posso mettere ragazzi di colore in sala”, si è difeso.

Poi c’è stata Lina, che, dopo aver passato l’esame di maturità, a Ferragosto voleva fare una prima esperienza lavorativa in un locale: racconta di essere stata cacciata dalla moglie del titolare. Il motivo? Sempre quello: il colore della sua pelle.

Dora, invece, anche lei con la pelle nera, voleva partecipare a un concorso di canto a Verona, ma l’organizzatore le ha risposto che non si accettavano stranieri. Quando lei gli ha fatto notare di essere italiana, le ha replicato, violentemente, che “italiani si nasce non si diventa, si nasce da genitori italiani”.

Nel frattempo i richiedenti asilo e gli immigrati vengono schiavizzati da anni nei campi (e non solo) in ogni parte d’Italia, ma su questo i razzisti tacciono, tanto loro non li vede nessuno.

Tanto in un Paese come il nostro, finché qualche giornale non lo scopre,  si può impunemente inneggiare al fascismo, summa di ogni più becera esaltazione d’odio nei confronti di chi viene identificato come “diverso” o “inferiore” rispetto alla norma imposta. Si possono esporre le effigi di Mussolini in un locale pubblico e strillare messaggi razzisti e omofobi in spiaggia da un altoparlante.

Sì, ogni tanto qualcuno viene umiliato e calpestato. Qualcuna viene picchiata e uccisa. Ma non ce la vorremmo mica prendere con qualche nostalgico del regime. Si sa che in Italia “i problemi sono ben altri”.