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Escile: mostrare il seno tra autodeterminazione e slut shaming

Sono passati mesi dal “caso” dei seni delle universitarie dati in pasto ai social per la sfida goliardica tra le università. Nelle bacheche Facebook ha però cominciato a circolare questo:

studentesse

Un evento programmato per “tirare croccantini” alle studentesse di Milano che avevano deciso di mettere in mostra lato A e lato B. Un evento che dimostra come il fenomeno #escile, in cui orde di maschietti incitano (in modo sgrammaticato) le donne a mostrare le proprie tette per poi dare loro delle “cagne”, è duro a morire.

Insomma, il caro vecchio slut shaming (cioè la mentalità diffusa di dare della “troia” alle donne che non hanno imbarazzo nel mostrare il proprio corpo) purtroppo è ancora più vivo che mai.

Ma c’è di più. Perché di fronte a questo e ad altri casi analoghi ci sono due principali filoni di pensiero contrastanti: uno secondo cui le donne intelligenti non mostrano la scollatura, un altro che sostiene che le donne fanno ciò che vogliono, incluso spogliarsi, e questo non svaluta la loro intelligenza, né tantomeno le lotte per l’emancipazione femminile.

Le tette, banali accumuli di grasso e ghiandole mammarie, riescono ad infiammare gli animi (e gli ormoni) e sono un argomento piuttosto controverso.

Escile: tre attiviste di Femen a seno scoperto

È accaduto anche in altre occasioni. In casi come la pagina Facebook Tette per la Scienza, il potere attrattivo dei seni è stato sfruttato per fare divulgazione scientifica. Certo, gli arrapati forse non si sono soffermati sui contenuti, ma non si può dire che non abbiano ottenuto successo.

Un altro caso noto è quello di Tette e cibo, idea di una food blogger diventata famosa ritraendo i piatti accanto al suo décolleté: il suo libro è stato addirittura patrocinato dalla Lilt, la Lega italiana contro i tumori, nonostante tante attiviste (come Le Amazzoni Furiose) portino avanti da anni  la battaglia contro la sessualizzazione di un tema importante come il cancro al seno.

È bene aver sempre presente che quando le donne mostrano il proprio corpo per “pubblicizzare” qualcosa che non riguarda il sesso, stanno nutrendo quella mentalità che porta i media a proporci ogni giorno una montagna di immagini al limite del pornografico.

Si ottengono tante visualizzazioni facili, ma il prezzo da pagare è quello di contribuire alla cultura di mercificazione del corpo femminile, che pone l’intelligenza delle donne sempre in secondo piano rispetto al loro aspetto, come nel caso di Miss Università.

Le donne però oltre al cervello hanno effettivamente anche le tette e sono dotate della capacità di decidere quando e come mostrarle.

Escile: grafico della funzione seno
Grafico della funzione seno

Esistono pressioni esterne che portano le donne a sessualizzarsi? Certamente, ma in questi casi acquisire consapevolezza del sistema è più utile di censuranti maternalismi.

L’intelligenza può essere definita in tanti modi, uno tra i quali è il saper usare le armi che si possiedono a proprio vantaggio. Se le universitarie volevano creare scandalo ci sono decisamente riuscite, alla faccia di chi ha commentato con fervore per definirle stupide e continua a cercare di umiliarle. I croccantini è meglio lasciarli ai cani, quelli veri.

E voi cosa ne pensate?