Foto da L’enciclopedia delle donne
Chi è: Elisa Agnini, conosciuta come Elisa Lollini Agnini, politica italiana, nata a Finale Emilia il 22 Marzo 1858.
Cosa ha fatto: è un’antesignana del movimento femminista. Sposò nel 1885 l’avvocato e politico Vittorio Lollini, con il quale visse un matrimonio basato sulla collaborazione e su un ricco scambio di idee. Insieme con Giacinta Martini, Alina Albani, Virginia Nathan ed Eva De Vincentiis ha fondato, nel 1896, l’Associazione per la Donna: una delle prime in Italia ad occuparsi di diritti civili e politici delle donne. Con il Comitato Pro Suffragio, domandò nel 1910 al Partito Socialista di pronunciarsi a favore del voto alle donne, a seguito della contrarietà espressa da Turati e da Bissolati, Elisa Agnini scrisse una lettera al quotidiano del partito: “Sappi caro Avanti! Che nel C.P.F. vi sono donne di ogni partito, tutte volonterose e pronte non solo ad associarsi a qualunque movimento di operai che dovesse sorgere, ma ad iniziarlo, se sarà loro possibile, per mezzo della propaganda…”. Purtroppo, non visse abbastanza da veder concesso il voto alle donne in Italia: nel 1919, venne approvata alla Camera la proposta di concederlo, ma prima che il Senato potesse votarla, le Camere vennero sciolte per nuove elezioni. L’onorevole Modigliani richiese semplicemente l’estensione alle donne di tutte le leggi vigenti sull’elettorato politico e amministrativo e voleva riproporla al Senato nel 1922, ma prima della discussione vi fu la Marcia su Roma che ne impedì la realizzazione.
Perché è “pasionaria”: fin da giovane, Elisa espresse chiaramente i suoi ideali di progresso e giustizia sociale, con particolare attenzione alla difficile condizione delle donne. Si concentrò soprattutto sullo sfruttamento all’interno della famiglia e nel mondo del lavoro, e si impegnò contro la mancanza di diritti fondamentali, dedicando a ciò il suo impegno sociale e politico. I punti fondamentali dell’impegno di Elisa Agnini furono trascritti da lei stessa, in una lettera indirizzata ad una giornalista francese: “L’educazione popolare, l’inserimento delle donne nelle scuole miste, il divorzio, il suffragio femminile, la ricerca della paternità, la difesa dei minori, la protezione del lavoro delle donne e dei fanciulli, ed altre riforme secondarie che furono materia di una lotta continua contro i pregiudizi e le ingiustizie della società”. Si impegnò soprattutto contro la differenza retributiva fra uomini e donne: durante la Prima Guerra Mondiale, le donne si erano sostituite ai propri mariti, padri e fratelli impegnati al fronte nelle loro attività professionali, e furono espulse in massa da esse con la cessazione del conflitto mondiale. L’accusa rivolta alle donne era quella di “fare concorrenza sleale per i bassi stipendi” e di “rubare i posti di lavoro ai padri di famiglia”. Elisa difese strenuamente i principi “A uguale lavoro uguale salario, a uguali titoli uguale carriera”. Insieme col marito, promosse l’istruzione delle loro quattro figlie, tutte laureate: Olga, Clara, Livia, Clelia. Quest’ultima, in particolare seguì il percorso della madre, e fu la fondatrice dell’ Aidm, l’Associazione Italiana Donne Medico.
Fonti: S. MORI, La dama del quintetto, Luciana Tufani Editrice, 2012.