Venerdì mattina scendo dal treno alla stazione di Milano Porta Garibaldi e, cercando di superare il fiume di gente che va e viene per guadagnarmi l’uscita, noto davanti all’ingresso un gruppetto di persone intorno a uno stand della Deichmann, un’azienda di calzature.
Mi avvicino curiosa, per scoprire che lo spettacolo d’interesse è una promoter dentro una vasca da bagno. Per carità, vestita e immersa in della finta acqua di polistirolo… ma si tratta pur sempre di una donna dentro una vasca da bagno, le scarpe col tacco ben in vista fuori dal bordo. Rimango a bocca aperta, la ragazza sorride e mi chiede se può aiutarmi.
La cosa che mi sconvolge ancora più della vasca è in realtà il messaggio alle spalle della ragazza:
Voglio essere una moglie capace di sorprendere. Posso
Che si accompagna a uno spot ugualmente terrificante in cui un marito torna a casa dal lavoro e viene accolto dalla moglie che si massaggia dentro la vasca da bagno e, mentre lui rimane piacevolmente inebetito, tira fuori dalla vasca i piedi con delle vistose scarpe col tacco. Il messaggio finale è:
Voglio essere una moglie un po’ meno moglie. Posso
Insomma in un solo spot troviamo una salsa di tutti i cliché sessisti: il marito che lavora e la donna a casa a fare niente, la donna identificata solo in quanto moglie, l’etichetta di moglie a sottintendere evidentemente che nella norma il sesso non sia nei suoi pensieri (lo è solo quando è meno moglie) e l’uomo che diventa totalmente stupido alla prospettiva di un rapporto sessuale.
Mentre penso che non comprerò mai più per nessun motivo al mondo delle scarpe Deichmann, una donna si avvicina contenta ed esclama: “Proprio una bella trovata, complimenti! Spero che vi paghino bene”, la ragazza nella vasca sorride… a volte mi chiedo se quella strana allora sono io…