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“Distruggiamo il mito dell’amore romantico contro la violenza di genere”

Ecco una lettera della nostra lettrice Silvia, che dopo aver subito violenza dal suo ex fidanzato riflette sul mito dell’amore romantico: “Veniamo educate a crederci deboli, a crederci valide solo se validate dall’altro”. Voi cosa ne pensate? Mandateci le vostre testimonianze a redazione@pasionaria.it

Amore romantico: insegna luminosa di un locale con su scritto "Romantic love was invented to manipulate women"
Pic by Shannon R. on Yelp

Ciao ragazze,

come sono felice di avervi trovate! Vivo a Barcellona da 4 anni e per quanto io ami definire il periodo precedente al mio trasferimento “protofemminismo”, fu solo grazie al mio arrivo qui che iniziai a entrare in contatto con il movimento femminista e a istruirmi, de-costruirmi e ri-costruirmi. Il tutto è ancora molto molto in itinere per giunta, ma, come si dice qui, a poc a poc).

Sono tante le cose che mi hanno portato al femminismo ma principalmente due: il mio desiderio di rivendicare la sessualità libera, di parlare di sesso, di educarmi al sesso etc. (questo mi fece interessare al movimento post-porno, al movimento pro-sex e via dicendo) e la violenza di genere che subii da parte del mio ultimo fidanzato.

Voglio soffermarmi su questo, perché è il motivo per cui oggi ho deciso di scrivervi.

Per molto tempo avevo pensato che quello che mi era successo dipendeva da una mia insicurezza, una mia mancanza di autostima, lo vedevo come una mia situazione personale che non ero stata abbastanza forte da risolvere. Il rendermi conto che quello che mi era successo era violenza di genere, mi ha aiutato a togliermi il peso della colpa.

Mi ha fatto capire che come donne veniamo educate a crederci deboli, a crederci valide solo se validate dall’altro, ad ossessionarci con il nostro corpo così da non renderci conto dell’oppressione quotidiana a cui siamo sottoposte.

Ci insegnano che dobbiamo essere belle, servizievoli, pacate, con le gambe chiuse… e che un uomo ci approverà e ci salverà, ci capirà, ci proteggerà e ci farà conoscere l’amore. Che sarà perfetto, perché la dolce metà è perfetta e ci completa. Lui (perché ovviamente deve essere un lui) ci farà sentire belle, desiderate, volute e insieme coroneremo il sogno romantico dell’amore perfetto, monogamo quindi puro e fertile, perché ovviamente essere madre è il fine ultimo dell’essere donna.

Il mito dell’amore romantico è corroborato, pubblicizzato, divinizzato da tutti gli oggetti di consumo culturale di cui disponiamo: la principessa viene salvata dal principe e per sempre saranno felici, l’amore non è bello se non è litigarello, in amore si soffre, se non c’è gelosia, non c’è amore, quel bambino ti picchia perché gli piaci.

Questo è ciò che ci circonda e ci plasma: per questo motivo il nostro ideale di amore romantico ci porta a relazioni spesso tossiche, di violenza. Pensiamo che sia giusto soffrire.

Dove vivo, in Spagna, si parla moltissimo di amore romantico, come del mito che alimenta la violenza di genere, perché rende le donne schiave di un ideale impossibile e distruttivo.

È un argomento che mi sta molto a cuore perché ritengo che la frase “ciò che è personale è politico” è alla base della lotta femminista, più di qualsiasi altra lotta.

Credo che l’autodifesa femminista debba partire innanzitutto da una decostruzione del mito dell’amore romantico e da una nuova educazione all’affettività, all’amore e al sesso.

Grazie mille per quello che fate ragazze! Un abbraccio

Silvia