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Audre Lorde, poetessa femminista e antirazzista

Audre Lorde

Chi è: Audre Lorde, poetessa e scrittrice statunitense, nata a New York il 18 Febbraio 1934 e morta a Saint Croix il 17 Novembre 1992.

Cosa ha fatto: è nata nel quartiere di Harlem a New York, da genitori di origine caraibica. È cresciuta in un periodo storico caratterizzato dall’economia collassata, al quale è seguita la Seconda Guerra Mondiale e il turbolento dopoguerra: sono gli anni delle prime rivendicazioni razziali nell’America razzista e sessista. Nell’arco della sua vita si è mantenuta, continuando a studiare, facendo l’infermiera, l’operaia, l’impiegata e la bibliotecaria. Ha poi insegnato Inglese all’Hunter College di New York, viaggiando in tutto il mondo per tenere conferenze e seminari. La sua produzione letteraria si riassume in dieci libri di poesie, e molti altri tra prosa, scritti critico-politici e il famoso saggio The cancer journal del 1980, nel quale racconta della sua lotta contro il tumore al seno. Sorella outsider e Zami – Così riscrivo il mio nome sono letture irrinunciabili per chi si occupa di razzismo, femminismo e omofobia. Era una donna energica e appassionata, il suo pensiero era principalmente rivolto alle donne, sorelle, spesso amanti e compagne di militanza.

Perché è “pasionaria”: ha messo in crisi la presunta universalità del femminismo, in favore di una visione intersezionale che metta in risalto le differenze, non solo di genere e di orientamento sessuale, ma anche di colore della pelle, vissuto e classe sociale, precorrendo una serie di tematiche che caratterizzeranno l’’approccio queer. Nel 1989, durante un seminario di poesia a Stanford, Audre Lorde si rivolse al pubblico con queste parole: “Sono una femminista nera, guerriera lesbica e poeta, madre, e sto facendo il mio lavoro”, e poi aggiunse: “Chi siete voi e come state facendo il vostro?”. Nei suoi scritti, il termine sopravvivenza esprime la condizione di una donna che vive in un tempo e in un luogo in cui essere nera ed essere donna sono buone ragioni per non venire al mondo affatto, e sopravvivere non è un dato di fatto scontato, ma un valore da difendere. Era una femminista diretta che parlava con cognizione di causa, sapeva come trovare le parole esatte per nominare situazioni, differenze e conflitti. La differenza e il confronto sono temi che emergono dalla sua produzione, che racconta di relazioni tra uomini e donne, tra donne bianche e nere, tra lesbiche ed eterosessuali. Ha affrontato la questione del rapporto tra le donne e il potere, le difficoltà ad accedervi, le contraddizioni nelle relazioni tra donne dinanzi al potere, e il tema del controllo sociale e politico, soprattutto in campo educativo, sui corpi e sulle identità sessuali. Audre Lorde dopo l’intervento al seno si è rifiutata di nascondere il suo corpo “solo per mettere a suo agio un mondo che soffre di fobia verso le donne”. I suoi scritti negli anni ’70 e ‘’80 hanno ispirato generazioni di donne nere, femministe e attivisti LGBT negli Stati Uniti e in tutto il mondo; nel nostro Paese è ancora poco conosciuta e sussiste un’imbarazzante carenza di traduzioni in Italiano delle sue opere.

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“Your silence will not protect you.”

“Il tuo silenzio non ti proteggerà.”
Sister Outsider: Essays and Speeches

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“Only by learning to live in harmony with your contradictions can you keep it all afloat.”

“Solo imparando a vivere in armonia con le tue contraddizioni puoi restare a galla.”
Interview with Carla Hammond for Denver Quarterly 16.1 (1981)

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“The strongest lesson I can teach my son is the same lesson I teach my daughter: how to be who he wishes to be for himself. And the best way I can do this is to be who I am and hope that he will learn from this not how to be me, which is not possible, but how to be himself. And this means how to move to that voice from within himself, rather than to those raucous, persuasive, or threatening voices from outside, pressuring him to be what the world wants him to be.”

“La lezione più forte che posso insegnare a mio figlio è la stessa lezione che insegno a mia figlia: come essere ciò che egli desidera essere per se stesso. E il modo migliore in cui posso farlo è essere chi sono e sperare che da questo imparerà non come essere me, che non è possibile, ma come essere se stesso. E questo significa come seguire la voce dentro di lui, piuttosto che quelle rauche, persuasive, o minacciose voci esterne, che gli mettono pressioni per essere ciò che il mondo vuole che egli sia.”
“Man Child: A Black Lesbian Feminist’s Response,” Sister Outsider

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