
Stella Nyanzi, femminista e ricercatrice ugandese, è stata arrestata venerdì 7 aprile durante un blitz da parte di agenti in borghese, che l’hanno sorpresa alla fine di una sua conferenza a Kampala.
L’attivista è attualmente detenuta in una località che non è stata resa nota e le è stata rifiutata la libertà provvisoria su cauzione. Secondo indiscrezioni, potrebbe essere sottoposta a una valutazione psichiatrica al fine di screditarne le azioni.
Le accuse mosse a suo carico – molestie attraverso internet e comunicazione offensiva -sono connesse alla sua scomoda attività sociale e politica, vero motivo della sua cattura.
Stella Nyanzi, infatti, è una ricercatrice in studi di genere e queer, ma soprattutto un’attivista femminista che si batte per la democrazia, che ha denunciato più volte gli abusi di potere e le leggi liberticide del proprio paese e che ha particolarmente a cuore i diritti delle donne e delle ragazze.
È stata proprio Nyanzi a lanciare la campagna Pad4girlsUG per chiedere al presidente Museveni di mantenere la promessa fatta in campagna elettorale: fornire assorbenti alle ragazze in età scolare affinché non siano costrette ad assentarsi da scuola durante il ciclo mestruale. Dopo il rifiuto del presidente di adempiere alla promessa e la dura presa di posizione della first lady ugandese e ministra dell’educazione, Janet Museveni, contro la campagna, Stella Nyanzi ha continuato a perorare la propria causa, nonostante minacce e vessazioni perpetrate dalle forze dell’ordine contro di lei, la sua famiglia e i suoi collaboratori.
Il progressivo inasprirsi dei rapporti tra Nyanzi e la coppia presidenziale e il grande seguito che, grazie alle sue prese di posizione chiare e coraggiose, l’attivista si è guadagnata in Uganda e nel mondo, avrebbero portato all’arresto e alla detenzione.
È chiaro il tentativo di mettere a tacere e screditare una delle voci più importanti dell’opposizione ugandese e un simbolo della lotta per i diritti degli oppressi nell’Africa Orientale.
La comunità internazionale si sta mobilitando in questi giorni per far pressione sul presidente Museveni e far rilasciare il prima possibile Stella Nyanzi. Amici e colleghi hanno lanciato una raccolta fondi per coprire le spese legali e sostenere la famiglia.