Chi è: Alina Marazzi, regista italiana, nata a Milano il 5 Novembre 1964.
Cosa ha fatto: è una regista di reportage e documentari televisivi a carattere sociale. Lavora come aiuto regista per il cinema; ha collaborato con Giuseppe Piccioni, Studio Azzurro, Piergiorgio Gay, Giovanni Maderna, Giuseppe Bertolucci, Godfrey Reggio. Ha ricevuto la la menzione speciale della Giuria al Festival di Locarno, quando nel 2002 ha presentato il documentario Un’ora sola ti vorrei, un ritratto della madre morta suicida quando lei aveva sette anni, della quale cerca di ricostruire l’esistenza attraverso un montaggio di sequenze filmate dal nonno paterno. Ha esordito nel lungometraggio nel 2012 con Tutto parla di te, nel quale racconta una complessa storia di donne alle prese con le gioie e i dolori della maternità.
Perché è “pasionaria”: nel 2007 ha diretto il documentario Vogliamo anche le rose, che racconta il profondo cambiamento avvenuto nel costume in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta grazie alla liberazione sessuale e al movimento femminista. Tre donne, attraverso il proprio diario, vivono la propria emancipazione in tre modi e momenti storici diversi: sono Anita, Teresa e Valentina. I diari sono stati selezionati da un gruppo di venticinque provenienti dal Centro di documentazione diaristica di Pieve Santo Stefano (AR), e trasposti nel documentario con l’aiuto della scrittrice Silvia Ballestra. Le tre narrazioni tracciano altrettanti momenti storici del femminismo italiano: l’oppressione dalla morale borghese della famiglia, le riflessioni di una femminista tra sentimenti e militanza politica e l’esperienza drammatica dell’aborto vissuto in forma solitaria e clandestina per evitare il disonore. Il titolo è ispirato a un vecchio slogan utilizzato nel 1912 dalle operaie tessili del Massachusetts, “vogliamo il pane, ma anche le rose”.