Chi è: Ada Pace, conosciuta con lo pseudonimo di Sayonara, pilota motociclistica e automobilistica italiana, nata a Torino il 16 Febbraio 1924.
Cosa ha fatto: era figlia di un artigiano, e fin da piccola manifestò talento per lo sport. Praticò la pallacanestro e partecipò a gare di atletica e tiro a segno. La sua passione per i motori emerse fra il 1947 e il 1948, quando partecipò alle gare organizzate dal “Vespa Club”. La Piaggio, riconoscendo le sue capacità, scelse di affidarle una moto ufficiale e di prenderla nella propria squadra. Dagli anni Cinquanta, prese parte anche ad alcune gare automobilistiche: si presentò alla “Torino – San Remo” del 1951 guidando una Fiat 1500 6C e vinse contro ogni pronostico. La sua vittoria fu difficile da gestire per i genitori, che provavano disagio nel sapere che la propria figlia – nubile!- si mescolava a quel mondo maschile. Anche la direzione della gara non seppe come gestire una vincitrice, in quanto nel regolamento non era menzionato alcun riferimento alla partecipazione di piloti di sesso femminile: Ada venne premiata con un mazzo di fiori, e raggiunse il podio guidando la sua vettura, “scortata” dalla madre che le stava seduta accanto, l’unico modo per non creare scandalo. Il suo palmarès è notevole e comprende una serie impressionante di vittorie e ottimi piazzamenti in gare automobilistiche e motociclistiche: era una specialista delle corse su strada e soprattutto delle cronoscalate. La sua carriera non fu priva di incidenti anche gravi: durante una competizione a Monza, uscì rovinosamente di pista con la sua Giulietta, ribaltandosi e finendo in un lago di carburante. Uscì dalla vettura da sola, senza l’aiuto di nessuno, sfondando a calci il lunotto posteriore, giusto in tempo per evitare le fiamme. La sua lunga carriera si è conclusa nel 1965, a seguito di un drammatico incidente in un rally. Ha continuato, nonostante tutto, a partecipare ad altre esibizioni per puro divertimento personale.
Perché è “pasionaria”: si è confrontata coraggiosamente con una realtà durissima, perché nel periodo in cui è vissuta, una donna che semplicemente guidava un’auto era giudicata in modo sconveniente e audace. Una donna che partecipava a competizioni sportive, gareggiando contro gli uomini, provocava sdegno e scandalo non solo nelle scuderie, ma anche nel pubblico. Ada aveva però un notevole senso dell’umorismo e reagiva in modo provocatorio a tutti gli attacchi subiti: spesso poneva, al posto della targa posteriore, la scritta “Sayonara” – in giapponese “arrivederci” – come sberleffo verso gli altri corridori che avrebbe sorpassato e battuto in gara. Questo divenne il suo pseudonimo ufficiale. Ha dovuto confrontarsi con i reclami ufficiali che, vittoria dopo vittoria, venivano presentati dai colleghi maschi che non sopportavano di essere battuti da una donna. Nel 1957, dopo una gara nel circuito di Lumezzane, la sua vettura venne sottoposta a controlli per verificarne la regolarità: era la conseguenza di ennesimi reclami presentati da corridori battuti. Nello stupore generale, l’auto di Sayonara non presentava alcuna irregolarità, mentre vennero squalificate le vetture dei corridori che avevano presentato il reclamo. Nel 1960 Ada vinse la Coppa d’Oro ACI al Circuito di Modena: non venne presentato nessun reclamo, ma il secondo e il terzo classificato rifiutarono di salire sul podio. Insieme con Maria Teresa De Filippis e Lella Lombardi, Sayonara ha fatto prevalere il suo talento in modo orgoglioso, contro un ambiente ancora oggi maschilista e arrogante, diventando un punto di riferimento femminile del settore: per l’anniversario della sua nascita la ricorda in modo speciale anche il sito motocicliste.net.