Immaginate una di quelle giornate in cui proprio non avete voglia di mettervi in tiro. Immaginate ora un mondo in cui uscire di casa con vestiti scelti a caso, struccate o con peli “fuori posto” non significa dover subire gli sguardi (e i commenti) orripilati dei passanti o, peggio, delle amiche. Quanto sarebbe bello avere il diritto di non preoccuparsi ogni minuto del proprio aspetto!
Nel nostro mondo, che purtroppo non è quello ideale, le donne sono abituate ad essere estremamente critiche nei confronti del proprio corpo, abbigliamento e comportamento. Il risultato è che, oltre a farsi mille complessi inutili, questa criticità estrema viene riversata anche sulle altre donne: ed ecco che spesso siamo proprio noi a fare le facce “orripilate” e a criticare quelle che non sono vestite nel “modo giusto”. Quindi, se ci piace immaginare un mondo ideale dove la libertà di essere in disordine è sacrosanta, è ora di cominciare con un sano esame di coscienza.
Probabilmente vi capita molte volte al giorno di pensare (o dire) di qualche altra donna cose come:
“Quel vestito le sta malissimo/non ha il fisico adatto per indossarlo”
“Che orribile taglio di capelli!”
“Non si è depilata, che schifo”
“È brutta/è grassa/questa parte del suo corpo è brutta” (un classico intramontabile)
“Non è affatto femminile “
…e così via.
È ora di smetterla. Ma per davvero! Guardarsi intorno e vedere persone che non troviamo attraenti è perfettamente normale, ma perché analizzare minuziosamente ogni donna che vedete alla ricerca di dettagli incriminanti? Ogni volta che vi sorprendete a pensare cose simili, provate a cambiare il vostro punto di vista: per esempio “non mi piace quel vestito/quel taglio di capelli/vedere peli in quella parte del corpo” e “non la trovo attraente”.
Qual è la differenza nel dire “è brutta” oppure “non mi piace”?
Nel primo caso stiamo criticando velenosamente l’altra persona con la pretesa che i nostri gusti siano universali, mentre nel secondo stiamo semplicemente esprimendo un’opinione (e abbiamo tutto il diritto di avere opinioni negative!). Col tempo si potrebbe imparare a non criticare nemmeno lo stile di vita altrui e persino lasciar perdere le cose che non ci piacciono, sottolineando quelle che troviamo più belle.
Ci sono molti vantaggi che si possono ottenere da questo modo di pensare:
1. Tanti, tanti complessi in meno. Perdere l’abitudine di criticare gli altri significa anche, e soprattutto, perdere quella di criticare se stessi.
2. Maggiore libertà di comportarvi come vi sentite più a vostro agio. Se tante persone adottassero questa filosofia, ci si avvicinerebbe sempre più al mondo ideale in cui del vostro pelo fuori posto non frega nulla a nessuno. Comodo, no?
3. Le relazioni sociali ne gioveranno. È molto più semplice avere una conversazione con una persona se non si pensa tutto il tempo a quel tremendo rotolino di ciccia che traspare dalla sua maglietta.
4. La “competizione tra donne” non ha più significato. Evidenziare i “difetti” delle altre per distogliere l’attenzione dai propri è un atteggiamento fin troppo comune e non giova assolutamente a nessuno.
5. Farete un grande passo avanti per tutte le donne, perché, come già detto, è una questione che le riguarda in modo particolare.
In conclusione, la scelta è comunque vostra: siete disposte a cambiare il vostro punto di vista per ottenere un mondo in cui essere imperfette non è un reato?